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“Che caldo! Che caldo!”: Ipnosi e termoregolazione corporea

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CHE CALDO! CHE CALDO!

L’estate è iniziata e le temperature, per lo meno in buona parte dell’Italia, iniziano a salire vertiginosamente andando a rispettare quelli che sono gli standard ai quali il nostro caro clima mediterraneo ci ha sempre abituato in questo periodo dell’anno.

In questo mio articolo desidero proporre una nuova (ed efficace) “soluzione” al caldo.

Ho bisogno però di una premessa. Ogni volta che si parla di temperatura bisogna capire la differenza che esiste tra temperatura effettiva e temperatura percepita.

In meteorologia la temperatura effettiva è la temperatura reale dell’aria, ovvero quella registrata dal termometro. E’ una misurazione oggettiva, universale.

La temperatura percepita è invece la sensazione di caldo o di freddo avvertita da un soggetto. Essa dipende dalla temperatura effettiva, dalle condizioni ambientali (livello di umidità dell’aria e velocità del vento) e dalla capacità di termoregolazione della persona.

Ed è proprio su quest’ultimo punto che voglio portare la mia attenzione. Cosa si intende per termoregolazione?

La termoregolazione (od omeostasi termica) è, per definizione, la capacità di un sistema biologico di regolare la propria temperatura interna, cercando di mantenerla il più possibile costante indipendentemente dalla temperatura esterna.

Si è sempre pensato che la termoregolazione fosse esclusivamente un insieme di meccanismi fisiologici definiti di termogenesi, quali ad esempio la sudorazione, la frequenza cardiaca, la vasodilatazione o la vasocostrizione, lo shivering ovvero i cosiddetti “brividi”, la profondità o la sequenza del respiro, a loro volta influenzati dalle caratteristiche fisiche della persona, come ad esempio peso, massa corporea, massa grassa, ecc.

Diversi studi, tra i quali Piedmont (1983),  Raynaud et al (1984), Van Quekelberghe (1995), Muck-Weyman (1997), hanno dimostrato che la termoregolazione può essere influenzata anche da variabili di natura strettamente psicologica quali ad esempio lo stress, il livello di ansia e lo stato emotivo.

Soggetti che vivono una situazione di stress o di ansia hanno una capacità di termoregolazione più bassa rispetto alla media. Nella pratica questo viene tradotto, ad esempio, nel dovere sudare molto più tempo del necessario, prima di poter termoregolarsi.

Va da sé che l’eccessiva sudorazione, la sensazione di “mancanza d’aria” e tutti gli effetti connessi al caldo (percepito), sono di per sé condizioni che qualsiasi persona vorrebbe evitare di sperimentare.

Come fare quindi?

Il primo passo riguarda il “dialogo interno”. Cosa diciamo a noi stessi quando fa caldo?

“Mamma mia che caldo”, “che caldo, sto tutto sudato”, “non ce la faccio più”, e frasi simili tra loro.

La ripetizione, spesso cantilenante di queste frasi (che siano nella nostra mente o esternate non fa differenza) altro effetto non fa che comunicare al nostro cervello (e quindi al nostro organismo) che “fa caldo” andando quindi ad aumentare la temperatura percepita. Se fuori ci sono 32 gradi, in questo modo io ne percepirò 34. E questo è controproducente.

Altro passo è quello di incrementare, attraverso le nostre azioni e la qualità dei nostri pensieri, la nostra capacità di termoregolazione.

Vi siete mai accorti che quando siamo particolarmente rilassati, con la mente libera da pensieri, magari stesi su di un lettino al mare, riusciamo meglio a resistere anche ad alte temperature esterne?

Tecniche di meditazione ed ipnosi permettono di migliorare la nostra capacità di regolare la temperatura interna.

Secondo gli studi di Piedmont un soggetto, in media, impiega circa 830 secondi, ovvero 13,8 minuti, per termoregolare il proprio corpo a fronte di una temperatura cutanea percepita di 32 gradi facendo sì che, dopo tale lasso di tempo, la temperatura percepita sia di 27 gradi.

In stato di ipnosi, invece, un soggetto impiegherà solo 335 secondi, ovvero 5 minuti e mezzo, per ottenere lo stesso risultato.

Ciò che fa capire che uno stato meditativo o di profondo rilassamento aiuta non poco nella gestione del caldo.

Gli studi di Piedmont, e gli studi simili correlati, hanno dimostrato quindi che la componente psicologica ha un ruolo molto importante nella termoregolazione. Non sono quindi solo meccanismi di natura fisiologica o legati a caratteristiche fisiche a determinare la nostra “resistenza” al caldo, ma c’è ben altro.

Se abbiamo nelle nostre mani una risorsa (la nostra mente) in grado di aiutarci, perché non usarla?

Che fuori faccia caldo, che siano temperature che oscillano dai 30 ai 35 gradi, nessuno può cambiarlo. La temperatura effettiva estiva è in media alta. Non abbiamo purtroppo la bacchetta magica. Possiamo sperare in giornate di vento, nuvolose, bere qualcosa di fresco, accendere il condizionatore per chi ne possiede uno, ma sono tutte soluzioni assolutamente “temporanee” che in nessun modo cambiano quello che a noi interessa, ovvero la percezione del caldo eccessivo.

Ciò su cui possiamo andare a lavorare è esclusivamente la nostra capacità di gestione della temperatura, attraverso, come detto, la qualità dei nostri pensieri (non focalizzati sul caldo) e su uno stato emotivo/mentale di rilassamento e, perché no, meditazione ed autoipnosi.

Sperimentare per credere.

Piccolo esercizio:

Sdraiatevi su di un letto o su di un divano, chiudendo gli occhi.

Immaginate di essere in un posto freddo, come ad esempio in mezzo alla neve o galleggiando sull’acqua fresca del mare. Percepite la sensazione del freddo sulla vostra pelle. Comunicate a voi stessi frasi del tipo “sto bene”, “sento freddo”, “fa fresco”. Fatelo per almeno 5/10 minuti (non di meno!). Come reagisce il vostro corpo? Cosa accade? Iniziate a sentirvi meglio? Ad avere meno caldo? Scommetto di sì. Eppure non siete ne sulla neve ne nel mare, avete semplicemente messo in moto una nuova ed efficace strategia.

Questo esercizio è solo un piccolo “assaggio” di meditazione guidata, in grado di farvi sperimentare un vero e proprio benessere a livello sia mentale che fisico.

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