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Coaching: sviluppare le proprie potenzialità

Cos’è il Coaching? In cosa consiste questa disciplina? Scopriamo insieme come sviluppare le proprie potenzialità personali.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Il termine coaching deriva dal francese coche, ovvero carrozza o cocchio, indicando quindi il mezzo di trasporto trainato dai cavalli.

Anni più tardi, nei Paesi anglosassoni si iniziò a utilizzare tale parola per identificare un insieme di pratiche utili per “accompagnare” una persona a raggiungere dei risultati.

Il Coaching, così come lo intendiamo oggi, nasce infatti negli Stati Uniti circa 60 anni fa, in ambito sportivo.

Possiamo dunque definirlo come una disciplina o metodologia di sviluppo personale, nella quale un coach (l’accompagnatore) supporta un cliente o allievo (coachee) nel conseguimento di uno obiettivo individuale, di coppia o di squadra, che sia professionale o sportivo.

Obiettivi del Coaching

Il Coaching si focalizza sul voler scoprire e sviluppare le potenzialità dell’individuo, offrendo ai clienti strumenti e tecniche che permettano di identificare i propri obiettivi, rafforzare le prestazioni e l’efficacia dei comportamenti.

Presupposto del Coaching è che ogni persona abbia dentro di sé delle potenzialità nascoste e che sia quindi giusto riscoprirle e imparare a utilizzarle.

Questa disciplina può essere di grande aiuto per tutti coloro che si sentono bloccati, indecisi, incapaci nel raggiungere dei risultati soddisfacenti: parliamo di atleti, imprenditori, manager, insegnanti, studenti, professionisti in genere, genitori e di chiunque voglia mettersi in gioco.

Chi è il Coach

Il Coach è la figura che accompagna il cliente al raggiungimento, come detto, dei propri obiettivi e allo sviluppo delle proprie risorse.

La parola coach evoca infatti quella dell’allenatore. In moltissimi sport, soprattutto negli Stati Uniti, l’allenatore viene per l’appunto chiamato coach dai propri giocatori.

Tipologie di Coaching

A seconda dell’obiettivo da raggiungere, possiamo parlare di differenti tipologie di Coaching. Avremo dunque:

Il Coaching e la Psicologia

Erroneamente, questa disciplina viene accostata alla psicologia o alla psicoterapia.

Cerchiamo di chiarire un po’ la questione: senza dubbio, moltissime teorie e tecniche alla base del Coaching prendono spunto, del tutto o in parte, dalla psicologia.

Questa metodologia, infatti, non ha inventato nulla di nuovo, ma ha avuto la “bravura” di unire al meglio e applicare in maniera focalizzata questi strumenti di intervento.

Inoltre, quanto meno in Italia, quella del Coach è una professione non regolamentata, non essendo infatti prevista alcuna formazione obbligatoria per chi lo esercita, non sono richiesti requisiti specifici e non esiste un Albo nazionale, come invece ad esempio per medici e psicologi.

I Coach, infatti, si riuniscono sotto delle associazioni di categoria le quali, per correttezza, specificano di non avere nulla a che vedere con le pratiche di psicoterapia o comunque proprie dello psicologo.

Purtroppo, però, molti Coach, pur non avendone le competenze, praticano forme di pseudo-terapia, lavorando su traumi, su ricordi passati, su disturbi psicologici che, invece, andrebbero trattati da professionisti opportunamente formati.

Il web, infatti, è pieno di falsi “guru”, filosofie strampalate o coaching fai-da-te che rasentano il ridicolo e che rischiano di creare più danni che benefici alle persone coinvolte.

In conclusione: il Coaching è un bene o un male?

Così come in altre situazioni, a decretare se sia un bene o un male non è la disciplina in quanto tale ma il professionista che la pratica.

Il Coaching, infatti, è una metodologia che può essere utilissima per aiutare molte persone a superare blocchi e a conseguire risultati altrimenti irraggiungibili.

Il Coach, d’altro canto, DEVE essere adeguatamente preparato e formato, rispettare un codice etico e deontologico tale da non “invadere” le aree di competenza dello psicologo.

Su internet leggo spesso di moltissimi pseudo-coach che si spacciano per “salvatori del mondo” o “risolutori di problemi”, senza avere alle spalle nessuna preparazione. Al contrario, conosco personalmente anche tanti bravi Coach, che lavorano con serietà in vari ambiti di intervento.

Io stesso, in qualità di psicologo, pratico questa disciplina, avendone di base le competenze, con ottimi risultati, sia per potenziamento personale, sia nelle scuole, nelle aziende o per obiettivi sportivi.

In conclusione, dunque, il consiglio che do è sempre quello di assicurarsi che il professionista abbia le opportune competenze per aiutarci. Leggiamo il CV, analizziamo con cura i suoi studi e scegliamo di conseguenza. La pubblicità fine a sé stessa, spesso, trae in inganno.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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