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Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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Huggy Wuggy: l’allarme della Polizia Postale

Maggio 9, 2022 By Marco Magliozzi

Scopriamo insieme le origini del pupazzo horror Huggy Wuggy che ha attirato l’attenzione degli psicologi e della Polizia Postale.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Huggy Wuggy è un pupazzo creepy (spaventoso), dalla peluria blu, occhi inquietanti e dalla larga bocca rossa sorridente e piena di denti aguzzi. Nato dalla mente del celebre scrittore Stephen King, il pupazzo è il protagonista di un videogioco, Poppy Playtime (vietato ai minori di 13 anni), nel quale insegue i giocatori che fuggono per una casa giocattolo abbandonata.

Ultimamente, Huggy Wuggy è divenuto famoso in quanto è sbarcato in moltissimi video di Youtube, seguiti da migliaia di bambini. Alcuni youtuber, infatti, lo utilizzano come fonte di meme, applicazioni e canzoncine inquietanti. Non è raro, inoltre, vedere palloncini o peluche con il suo aspetto venduti durante i giorni di festa.

Huggy Wuggy è pericoloso?

Secondo un recente studio condotto a scopo preventivo dagli psicologi dell’Unità analisi del crimine informatico della Polizia Postale, il pupazzo horror potrebbe generare nei bambini ansie e paure. 

“Studiando i video e le attività in rete abbiamo ritenuto opportuno dare un alert prudenziale per sensibilizzare le famiglie rispetto a quello che è un contenuto pericoloso”, spiega il direttore della Polizia Postale, Ivano Gabrielli.

La visione di contenuti che hanno come protagonista Huggy Wuggy è infatti vietata ai minori di 13 anni, ma tale indicazione non viene mai rispettata. Tantissimi bambini, anche molto piccoli, entrano quotidianamente nella rete, senza controllo, guardando video e immagini assolutamente sconsigliate per la loro età.

I consigli dello psicologo

Internet è un immenso mondo, nel quale è possibile trovare ogni genere di immagini, video, informazioni, dalle più utili alle più distruttive.

Purtroppo, gli stessi creatori di contenuti non sono consapevoli delle conseguenze sulla mente dei più fragili – in questo caso i bambini – ed è quindi necessaria oltremodo la supervisione degli adulti, ogniqualvolta il proprio figlio acceda alla rete.

CYBERCONDRIA: quando il web ci fa ammalare

Essendo il web stesso un luogo pieno di stimoli paurosi – che purtroppo non saltano tutti all’occhio dei media – non è pertanto il pupazzo in sé che potrebbe generare problemi nei minori, ma il mancato affiancamento della figura adulta, che dovrebbe fungere da prima censura e, nel caso di contenuti potenzialmente ansiogeni, ricoprire il ruolo di colei che tranquillizza e spiega al bambino ciò che sta visionando, guidandolo a gestire le ansie e lo spavento.

I figli, inoltre, non vanno protetti a ogni costo dalla paura, ma vanno accompagnati e va loro insegnato come viverla bene e come gestire al meglio questa importantissima emozione.

Il rischio opposto, infatti, potrebbe essere quello di creare dei tabù e far crescere dei bambini ipersensibili e disabituati alle emozioni forti.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Nell’ottica di una sana ed etica diffusione della cultura, si invita a citare la fonte e l’autore di questo articolo nel caso si desideri condividere – in tutto o in parte – il contenuto.

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