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Pasqua e Psicologia: il significato simbolico della Pasqua

Scopriamo insieme quali sono i significati simbolici e psicologici del periodo pasquale.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

“Per nascere veramente, dunque, occorre rinascere” – Aldo Carotenuto

Pasqua e Primavera

La Primavera è sempre stata considerata, nel suo significato simbolico, come un periodo di “cambiamento”, di “rinascita”, la manifestazione reale della vita che fiorisce e che riprende finalmente il suo posto, lasciandosi alle spalle il freddo inverno.

La Pasqua, momento di fondamentale importanza per il genere umano, al di là della propria fede religiosa, rappresenta in tutto e per tutto il concetto della “resurrezione”, intesa psicologicamente come risveglio di noi stessi, dei nostri sensi, del nostro spirito, del nostro corpo e della nostra mente.

Non è un caso che, quindi, l’inizio della stagione primaverile e la Pasqua spesso coincidano.

Questo fantastico periodo di cambiamenti ci permette di ristabilire una profonda connessione con noi stessi, entrare nuovamente in sintonia con la ciclicità naturale delle cose, comprendere il senso e il significato della vita stessa: osservare, dunque, la nostra esistenza da un punto di vista differente, mirato al benessere e al cambiamento.

Il significato dei regali e del cibo pasquale

Del resto, il gesto del regalo delle uova pasquali, comunemente usato nella civiltà occidentale, ha un preciso significato: ricordarci che la Primavera elargisce i suoi doni, esprimendo il senso del concepimento, della fecondità e della fioritura.

II coniglio, inoltre, animale anticamente legato simbolicamente alla dea della fertilità, ci trasmette quel senso di rigenerazione, di dolcezza e di bellezza.

Come ben sappiamo, in moltissime culture arcaiche era previsto il sacrificio di un animale come rito propiziatorio per celebrare l’abbondanza e la devozione al proprio dio. Ancora oggi portiamo con noi traccia di queste antiche abitudini: per questo motivo sulle nostre tavole troviamo molto spesso l’agnello, simbolo della purezza, emblema della vita che esiste solo se associata alla morte. Il sacrificio dell’agnello è ancora oggi considerato in molte culture come un rito atto a ricontattare il divino.  

La colomba, altro cibo tradizionale legato ai festeggiamenti della Pasqua, rappresenta simbolicamente la pace ricreata tra Dio e l’uomo dopo il Diluvio Universale, un’alleanza che si incarnerà, secondo la tradizione Cristiana, nella figura di Cristo per opera dello Spirito Santo – quasi sempre raffigurato, nell’arte cristiana, dalla colomba -.

L’origine del termine “Pasqua”

Il termine “Pasqua”, infine, deriva dalla parola ebraica “pesach” che significa “passare oltre”, “passaggio”, dallo stato di schiavitù a quello di libertà, in ricordo della liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto. Altro significato è indubbiamente quello psicologico e spirituale, ovvero legato al senso dell’evoluzione, il cui obiettivo è risorgere, ossia spostarsi a un altro livello di consapevolezza e di esistenza.

Il nostro compito, in qualità di esseri umani, è proprio quello di rinnovarci ogni volta. La morte e la rinascita sono infatti la costante metafora della vita, intesa come ricerca interiore mirata alla conquista di una nostra individualità, attraverso successi e fallimenti, vittorie e sconfitte, sempre in un’ottica evolutiva e in continuo adattamento al tempo presente.

Il mio augurio, come psicologo, è che questa Pasqua possa far brillare in noi una scintilla, una nuova luce e speranza per il futuro e che possa portare la pace in questo periodo buio della nostra storia.

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© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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