Site icon Marco Magliozzi – Psicologo Bari

La favola della rana e dello scorpione

Nel VI secolo a.C., Esopo scrisse la favola della rana e dello scorpione: leggiamola insieme.

Un giorno, uno scorpione doveva attraversare un fiume. Non sapendo nuotare, chiese aiuto a una rana che si trovava lì accanto.

Per favore“, le disse, “fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda.

La rana gli rispose: “Assolutamente no! Tu sei uno scorpione! Sei velenoso, potresti pungermi e uccidermi!

E per quale motivo dovrei farlo?” ribattè lo scorpione, “Se ti pungessi, tu moriresti e io, non sapendo nuotare, annegherei!

La rana ci pensò un attimo e, convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, decise di aiutarlo e lo caricò sul dorso, entrando in acqua.

A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. L’anfibio, quindi, dopo poco morì e lo scorpione annegò.

Insegnamento della favola di Esopo:

Esopo, grazie a questa favola, vuole insegnarci che la “natura” di ognuno non può essere stravolta, nonostante le circostanze lo richiedano. Uno scorpione rimarrà sempre tale, quindi velenoso e pericoloso, anche se questo atteggiamento lo condurrà alla morte.

Le promesse fatte da alcune persone, molto spesso, sono vuote se esse vanno contro la loro natura. Impariamo quindi a fidarci di chi lo merita, e allontaniamoci da chi invece può ferirci o già lo ha fatto in passato.

Per poter cambiare la nostra natura (il proprio carattere, personalità, abitudini), nel caso essa ci conduca a scelte sbagliate e ci comporti malessere, bisogna prima di tutto esserne consapevoli e decidere, se necessario, di chiedere un supporto. Nessuna trasformazione avviene per magia, a meno che non lo si voglia realmente.

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