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Attacchi di panico: cosa sono e come superarli?

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Cosa sono gli attacchi di panico? Come fare a superarli? Cosa vogliono comunicarci con i loro sintomi? Scopriamolo insieme.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo

Palpitazioni, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, vertigini, paura di morire o di impazzire, brividi o vampate di calore: questi sono i sintomi di un attacco di panico.

Ma perché avvengono? E cosa vuole comunicarci il nostro inconscio attraverso tale sofferenza?

Definizione di attacco di panico

L’attacco di panico è definito come un evento dalla natura fortemente sofferente e traumatica, caratterizzato dall’insorgenza improvvisa di diversi sintomi, sia fisici sia psicologici.

I sintomi fisici più comuni sono: tachicardia, sudorazione, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, brividi di freddo o vampate di calore.

Tra i sintomi psicologici o cognitivi troviamo invece: paura di morire, paura di impazzire, disagio generalizzato e ansia.

La durata dell’attacco di panico è generalmente breve, ma coloro che lo hanno sperimentato raccontano di aver avuto la sensazione che il tempo non passasse mai e di come sia stata un’esperienza davvero terribile.

L’attacco di panico può manifestarsi come evento isolato oppure può ripetersi, anche a distanza di diverso tempo.

Differenza tra attacco di panico e disturbo di panico

Mentre l’attacco di panico è descrivibile come l’episodio singolo, caratterizzato dai sintomi poco sopra descritti, il disturbo di panico è definito invece come una vera e propria condizione psicologica che porta l’individuo a provare una costante sofferenza e preoccupazione persistente inerente la paura di sperimentare ulteriori attacchi di panico e delle conseguenze che potrebbero derivarne.

Secondo il DSM-V (manuale diagnostico dei disturbi mentali), per diagnosticare un disturbo di panico è prima di tutto necessario assicurarsi che non ci siano anche disturbi organici preesistenti e, inoltre, che gli attacchi di panico ricorrenti siano presenti nel vissuto della persona da almeno un mese.

Perché si manifesta l’attacco di panico?

Di solito un attacco di panico è una risposta del nostro inconscio e del nostro corpo a periodi di vita molto stressanti. Alcuni episodi possono infatti fungere da fattori precipitanti, come ad esempio:

L’attacco di panico può essere quindi inteso come un modo che la persona ha per scaricare tensioni in eccesso, energia accumulata e mal gestita.

Non solo: spesso questi sintomi possono essere anche un modo che il nostro inconscio ha per comunicarci qualcosa, ad esempio se stiamo facendo una scelta potenzialmente sbagliata o comunque troppo difficile o non in linea con i nostri valori.

Inoltre, l’attacco di panico può essere anche conseguenza di un trauma non elaborato del passato, che viene improvvisamente rievocato nel presente a causa di un episodio dalle connotazioni emotive molto simili.

Esempio: da bambino ho vissuto la separazione dei miei genitori e da adulto, molti anni dopo, anch’io mi separo dal mio partner. Gli eventi, anche se temporalmente sconnessi, rievocano in me le stesse sensazioni di abbandono che potrebbero attivare un attacco di panico.

Psicoterapia e attacchi di panico

Molto spesso, coloro che sperimentano un attacco di panico per la prima volta, tendono a temere il peggio, pensando possa trattarsi di una problematica fisica anche molto grave. Tendenzialmente si contatta il proprio medico o si corre al pronto soccorso ma, una volta fatti i dovuti accertamenti, gli esperti comunicano alla persona che non c’è nessuna complicanza fisica e che si è trattato, molto probabilmente, di un attacco di panico.

Cosa fare quindi?

Per superare in maniera egregia un attacco di panico e, soprattutto, evitare di entrare nel tunnel di paura e preoccupazione che potrebbe manifestarsi seguentemente, consiglio vivamente di consultare uno psicoterapeuta.

Grazie all’aiuto di un professionista, infatti, la persona diventa in grado di:

  1. gestire l’attacco di panico e superarlo in maniera più serena;
  2. gestire i pensieri susseguenti, trasformandoli da negativi a positivi, così da non cadere in un circolo vizioso che a sua volta aumenterebbe le probabilità di attivare altri episodi;
  3. comprendere quali eventi della sua vita possono essere considerati come fattori scatenanti e capire quali scelte compiere;
  4. comprendere se, inconsciamente, sono ancora attivi ricordi traumatici non elaborati.

Nei casi più gravi, inoltre, lo psicoterapeuta può chiedere il supporto di un medico-psichiatra, che consiglierà anche una terapia farmacologica da seguire per alleviare la potenza dei sintomi.

Il consiglio spassionato è quello di chiedere aiuto il prima possibile, per evitare che la problematica si cronicizzi e possa trasformarsi in un disturbo vero e proprio.

Ricordiamo sempre che il nostro inconscio e la nostra mente, anche attraverso la sofferenza o sintomi fisici, cercano di comunicarci qualcosa e di indirizzarci verso la giusta strada da seguire. Ascoltiamoli!

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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