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Bias cognitivo: interpretare il mondo in maniera soggettiva

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Il bias cognitivo è un processo psicologico che porta le persone a crearsi una realtà soggettiva, fondata su interpretazioni e collegamenti mentali arbitrari.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

In psicologia, il bias cognitivo è uno dei processi mentali più affascinanti e studiati.

Bias è un termine inglese, che trae origine dal francese provenzale biais, e significa inclinato, obliquo.

Esso consiste nel creare, arbitrariamente, delle connessioni tra informazioni in una maniera del tutto soggettiva, non necessariamente corrispondenti con l’evidenza, e basate quindi su pregiudizi, conoscenze pregresse ed esperienze passate.

Il bias cognitivo, molto spesso, manca di oggettività di giudizio, è frutto di errori di valutazione ed è caratterizzato dall’unione di dati non prettamente correlati tra di loro.

Nonostante ciò, questo meccanismo psicologico viene utilizzato da ognuno di noi per facilitare il nostro vivere nel mondo, prendere decisioni in maniera rapida e categorizzare nella nostra mente le informazioni più facilmente.

Esempi di bias cognitivo

Esempi di questo processo mentale possono essere potenzialmente infiniti.

Tipologie di bias cognitivo

Esistono moltissime altre tipologie di bias cognitivi, che si differenziano per contenuto o meccaniche mentali che si attivano.

Ma quindi a cosa serve un bias cognitivo?

Generalmente, il bias cognitivo aiuta una persona a prendere decisioni in maniera rapida e a categorizzare le informazioni acquisite in maniera più agevole, anche a costo di commettere errori di valutazione.

E’ una meccanica del tutto umana, impossibile da sradicare, ma indubbiamente funzionale se utilizzata in maniera consapevole e autocritica.

La bravura di ogni singola persona deve essere infatti quella di mettersi in discussione, anche a posteriori, e comprendere se le proprie credenze, pregiudizi e conoscenze sul mondo siano effettivamente valide o frutto di collegamenti mentali forzati.

In psicoterapia, ad esempio, si lavora tantissimo sugli errori di ragionamento, ovvero su tutti quei collegamenti mentali disfunzionali, che la persona nel corso della vita ha creato e che hanno generato sofferenza, convinzioni limitanti, idee negative.

L’obiettivo è quello di rivedere e di rielaborare queste interpretazioni fallaci sulla realtà e creare nuovi schemi positivi.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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