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Bulimia nervosa: il demone delle abbuffate

Scopriamo insieme in cosa consiste la Bulimia nervosa, un disturbo alimentare che porta le persone ad abbuffarsi di cibo per poi rigettarlo.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Per bulimia nervosa si intende uno dei principali disturbi del comportamento alimentare. Questa patologia porta le persone ad assumere cibo in maniera eccessiva (le cosiddette abbuffate), seguite da condotte compensatorie che hanno come obiettivo quello di liberarsi dal cibo ingerito, usando metodi quali il vomito autoindotto o l’uso di lassativi.

La persona non è dunque guidata da una fame fisiologica bensì da una fame nervosa e psicologica.

I sintomi principali della bulimia nervosa

Secondo il DSM 5, per diagnosticare questo disturbo è necessario che la persona pratichi delle abbuffate in media una volta a settimana per almeno tre mesi, in presenza dei sintomi sottoelencati:

Chi colpisce la bulimia nervosa?

Questo disturbo è presente particolarmente nelle donne, in una fascia d’età compresa tra i 17 e i 40 anni.

Non sono comunque rari dei pazienti di sesso maschile o adolescenti e bambini.

Le cause della bulimia nervosa

Le cause della bulimia nervosa sono principalmente psicologiche.

Esistono infatti dei fattori di rischio, o predisposizioni, che potrebbero portare allo sviluppo di questa patologia:

Conseguenze della bulimia nervosa

La bulimia nervosa provoca gravi conseguenze nella sfera psicologica, relazionale, sociale e medica.

La patologica attenzione al cibo, al peso corporeo e alle sue forme riduce gli interessi e le attività, alimenta scarsa autostima e altera lo sviluppo sano della personalità. Inoltre l’utilizzo del vomito autoindotto o l’abuso di lassativi e diuretici possono avere conseguenze molto gravi per l’organismo, come ad esempio la costante fluttuazione del peso corporeo, infiammazione dell’esofago, infertilità, reflusso gastrico o ulcere e così via.

La terapia per la bulimia nervosa

Come in tutti i disturbi alimentari, anche per la bulimia è necessario seguire un percorso multidisciplinare, che preveda dunque la presenza di più figure professionali:

Nello specifico, la psicoterapia è molto utile in quanto aiuta la persona a lavorare su di sé ed elaborare i disagi profondi e i traumi sottostanti il disturbo. Vi è inoltre un supporto comportamentale per la gestione del cibo, il paziente impara a controllare la fame nervosa e a sostituirla nel tempo con quella naturale (fisiologica). E’ inoltre importante svolgere un lavoro di terapia familiare per comprendere se sussistano, in famiglia, delle dinamiche che alimentano tale disturbo.

Se senti di star soffrendo di un disturbo alimentare, o conosci qualcuno che ne soffre, puoi contattarmi.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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