Site icon Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Festa della Donna: ritrovare il valore del rispetto

Scopriamo insieme l’importanza della Festa della Donna e di come questo evento debba ritrovare il suo valore originario: il rispetto.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Le origini della Festa della Donna

Per diverso tempo, l’origine della Festa della Donna è stata attribuita al giorno in cui centinaia di operaie sarebbero morte nel rogo di una fabbrica tessile, avvenuto nel 1908 a New York.

In realtà, l’istituzione di questa ricorrenza ha origini socio-politiche molto più profonde: la prima Giornata Nazionale della Donna venne celebrata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti, per iniziativa del Partito Socialista Americano, con l’obiettivo di sottolineare le conquiste economiche e sociali della classe operaia femminile.

L’anno seguente, questa ricorrenza venne introdotta anche in Europa, sotto l’impulso dell’Internazionale Socialista, che decise di istituire la Giornata internazionale della Donna per promuovere i loro diritti e per sostenere la campagna in favore del suffragio universale.

In Italia, questa occasione è stata festeggiata la prima volta il 22 marzo 1922.

Dopo la rivoluzione bolscevica, fu Vladimir Lenin a istituire l’8 marzo come festività ufficiale, data che tutt’oggi permane come quella condivisa dai più.

Curiosità: il significato simbolico della mimosa

La mimosa è il vivace e profumato fiore che, generalmente, si regala alle donne durante questa festività. Come mai? E cosa rappresenta?

La leggenda narra che, accanto alla fabbrica andata in fiamme nel 1908 a New York, ci fosse proprio un albero di mimose. Diversa è, invece, la tradizione italiana: nel 1946 l’UDI, l’Unione Donne Italiane, cercava un fiore che potesse essere regalato al sesso femminile in occasione della prima Festa delle Donne del dopoguerra. La mimosa era una delle poche piante che fioriva agli inizi di marzo ed, inoltre, era poco costosa. Da allora è diventata anche nel nostro Paese il simbolo di questa giornata.

Secondo gli Indiani d’America, la mimosa simboleggia forza e femminilità.

Stiamo perdendo il vero significato della Festa della Donna

Come appurato, il nome completo di questo evento è “Giornata Internazionale della Donna” e non “Festa della Donna”, come generalmente viene chiamata nel linguaggio comune. Questa specifica è oltremodo necessaria, in quanto, negli anni, si è perso molto del valore simbolico e del significato psicologico di questa occasione, diventata nel tempo una “semplice” festa, nella quale fare regali, consegnare mazzi di fiori, uscire la sera per divertirsi.

Una delle motivazioni, forse, è che questa giornata si confonde con le migliaia di altre giornate dedicate ad altri argomenti, di cui il calendario è pieno: feste delle mamme, dei nonni, dei papà, dei lavoratori. Inoltre, ci sono le giornate mondiali della lotta contro il cancro, il fumo, la fame nel mondo. Eventi a tema, nazionali ed internazionali, che riducono l’anno solare in uno stato di ricorrenza permanente.

Per non parlare, ahimè, del processo di commercializzazione di ogni possibile festività, che tende a ridurre il tutto a una semplice occasione per fare regali e spendere soldi.

In realtà, l’8 marzo ha l’obiettivo di ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche delle donne e di parlare di discriminazioni e violenze fisiche e psicologiche delle quali, tutt’oggi, le donne sono ancora vittime.

Ritornare all’origine e combattere per i diritti

Personalmente, ritengo sia assolutamente necessario riscoprire le origini di questa ricorrenza e sottolineare la forza dei valori di un tempo.

Se è vero che la donna ha ottenuto – finalmente aggiungerei – moltissimi diritti negli anni, bisogna però ammettere, con pura sincerità, come alcune libertà basilari sembrino, ancora oggi, un’utopia.

Violenze sulle donne – fisiche o psicologiche – e femminicidi, sono infatti all’ordine del giorno. In una società civile, come l’Italia, questo è inammissibile nel 202a.

Secondo il report del Ministero dell’Interno, nel solo trimestre gennaio-marzo 2024 sono state uccise 20 donne, delle quali 18 hanno perso la vita in ambito familiare.

Nello scorso anno, invece, secondo il Viminale, i femminicidi sono stati ben 120!

Numeri che fanno riflettere: che senso ha ottenere diritti civili, politici ed economici se poi, per il solo fatto di esser donna, si rischia di perdere la vita o, nel minore dei mali, subire una violenza fisica?

L’importanza del rispetto della donna

Forse, più che “Giornata Internazionale della Donna” dovremmo chiamarla “Giornata Internazionale del Rispetto della Donna”.

Rispetto… questo sconosciuto. E’ un valore che non si impara in automatico, non lo insegnano tra i banchi di scuola.

Il rispetto lo si coltiva nell’ambito familiare, viene trasmesso dai genitori e dalle figure di riferimento più importanti. Ed è, ripeto, inammissibile che nel 2023 ci siano ancora uomini – talvolta anche padri – che non sappiano rispettare le donne e che le vedano come oggetti, come proprietà private. Queste convinzioni “patologiche” vengono poi trasmesse ai figli e il circolo vizioso si ripete.

Senza considerare anche, e purtroppo, tutte quelle donne che, a causa spesso di retaggi culturali o basso livello di istruzione, si sentono a loro volta in dovere di “servire”, di sentirsi sempre in difetto rispetto alla figura maschile, considerata, come se fossimo ancora nel XIX secolo, il marito/padre padrone.

Bisognerebbe, dunque, utilizzare tali ricorrenze per inviare importantissimi messaggi di prevenzione, informazione e sensibilizzazione su questo tema. Messaggi che, si spera, non si autoconcludano al termine della giornata, ma che possano permanere nelle coscienze di ognuno di noi per tutto l’anno, anzi per sempre.

Iniziative nelle scuole, laboratori rivolti ai genitori e ai docenti, convegni, seminari, potenziamento del servizio pubblico e dei centri anti-violenza, sono quindi focus di attenzione imprescindibili, molto più importanti che consegnare mazzi di fiori.

Conclusioni

L’8 marzo servirebbe dunque per ricordare che la donna va rispettata, amata e considerata sempre, ogni giorno, indipendentemente dalle festività.

Inoltre, la violenza è una soluzione da evitare a ogni costo, anche nelle difficoltà più estreme.

Possiamo sì regalare un mazzo di mimose, fare un dono alla nostra donna o alle donne più importanti per noi (madri, sorelle, parenti stretti, amiche), ma se questo gesto dovesse risultare “vuoto”, se questo gesto non porta con sé il valore simbolico del rispetto, allora, anche noi, contribuiremo al costante declino di questa ricorrenza.

Riscopriamo quindi il valore di questa meravigliosa giornata, coltiviamo il rispetto e adoperiamoci affinché di omicidi e violenze non se ne senta più parlare.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Nell’ottica di una sana ed etica diffusione della cultura, si invita a citare la fonte e l’autore di questo articolo nel caso si desideri condividere – in tutto o in parte – il contenuto.

Exit mobile version