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Maladaptive Daydreaming: quando sognare ad occhi aperti genera malessere

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Il Maladaptive Daydreaming, ovvero disturbo da fantasia compulsiva, porta una persona a sognare ad occhi aperti per ore e ore, causando gravi difficoltà nella propria vita

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Il Maladaptive Daydreaming, tradotto con disturbo da fantasia compulsiva, è un disturbo psicologico che porta le persone che ne soffrono a creare nella propria mente delle fantasie molto complesse e articolate, caratterizzate da trame e personaggi, addirittura arrivando a non riuscire più a distinguere il reale dal costruito.

Questo disturbo provoca quindi una condizione invalidante, in quanto il soggetto può passare anche fino a 10 ore al giorno a fantasticare, impedendogli il normale proseguo della quotidianità e della vita in generale.

Sognare ad occhi aperti: quando è normale?

Fantasticare o “sognare ad occhi aperti” non è un disturbo a priori, anzi. Tutti noi, anche per molto tempo durante la giornata, tendiamo a utilizzare la nostra mente per immaginare luoghi, persone, situazioni fantastiche, ipotizzare eventi che potrebbero accadere nel futuro, spingendoci anche molto oltre con la fantasia.

Questa nostra capacità, caratteristica unica dell’essere umano, ci ha permesso di scrivere romanzi meravigliosi, poesie struggenti, creare sceneggiature alle pellicole cinematografiche e, cosa più importante, evolverci anche da un punto di vista scientifico e tecnologico. Ogni risultato, infatti, è sempre stata preceduto da un uomo che ne ha fantasticato la riuscita. Leonardo da Vinci, che già nel 15° secolo aveva disegnato il prototipo di un aeroplano, ne è l’esempio lampante.

Inoltre, ciò che rende normale il nostro “sognare ad occhi aperti” è la nostra capacità di non confonderlo con il reale, mantenendo dunque un sano distacco.

Quando, invece, diventa patologico?

Il Maladaptive Daydreaming rende il “sognare ad occhi aperti” non più costruttivo per l’individuo ma invalidante: la persona, come detto, passa anche fino a 10 ore al giorno a fantasticare, interrompendo e non riuscendo più a svolgere le normali attività quotidianE. Inoltre, nei casi più gravi, questo disturbo è anche associato ad ansia e depressione e crea difficoltà nel riuscire a distinguere il vero dall’immaginato.

La persona, infatti, può arrivare addirittura a vivere più vite immaginarie parallele, tanto da abbandonare la realtà e fantasticare costantemente questa seconda vita fittizia che si trova nella propria mente.

In alcuni casi, il soggetto potrebbe coltivare amicizie, relazioni familiari e amori con persone immaginarie, per le quali prova sentimenti reali, puri e profondi. In questo modo, il mondo interiore diventa ancora più importante e fondamentale per l’individuo, che lo sostituisce in tutto e per tutto con il piano della realtà stessa.

Altro elemento da tenere in considerazione è la facilità con la quale il soggetto fantastica e quindi la difficoltà nel limitare il daydreaming: la generazione dei sogni ad occhi aperti avviene in maniera naturale e senza particolare sforzo ma ciò che egli non riesce a controllare è proprio l’impulso a creare tali fantasie.

I sintomi principali

Dopo aver passato molto tempo a fantasticare, la persona potrebbe anche sviluppare sintomi fisici, come mal di testa e vertigini, e malessere psicologico scaturito dall’aver trascorso troppe ore nel proprio mondo interiore, come ansia, vuoto interiore, vergogna, senso di colpa, paura del giudizio esterno.

Maladaptive Daydreaming e psicoterapia

Le persone che soffrono di questo disturbo hanno un reale bisogno di supporto psicologico.

La psicoterapia può essere di grande aiuto, in quanto aiuterebbe l’individuo a differenziare il reale dalle fantasie, gestire al meglio eventuali ansie e stati d’animo depressivi, riprendere le attività quotidiane in maniera sana e funzionale.

Nei casi più gravi, è possibile anche ricorrere a un aiuto farmacologico grazie al supporto di un medico psichiatra.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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