La procrastinazione della buonanotte è una pericolosa abitudine che porta le persone a rimandare il momento del sonno. Ma come mai accade?
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Ti è mai capitato di dirti “solo qualche minuto in più”, “un altro video e poi basta”, “solo un’altra partita”, prima di spegnere la luce, e poi ritrovarti a trascorrere ore davanti al telefono o al computer? Questo comportamento ha un nome: procrastinazione della buonanotte, nota anche in inglese come revenge bedtime procrastination.
Si tratta della tendenza a rimandare il momento di andare a dormire pur essendo consapevoli della stanchezza e delle conseguenze negative. In genere, ciò avviene per concedersi attività percepite come piacevoli o “liberatorie”, come scorrere i social, guardare serie TV, navigare online, videogiocare, dopo giornate scandite da obblighi, impegni e responsabilità.
Quali sono le principali cause?
Il fenomeno della procrastinazione della buonanotte è particolarmente diffuso tra chi vive:
- alti livelli di stress sul lavoro, negli studi o nella vita familiare;
- una ridotta percezione di controllo sul proprio tempo, ovvero il non saper gestire le ore di riposo e non saper calcolare i minuti che scorrono;
- difficoltà a ritagliarsi spazi personali in momenti della giornata più funzionali al riposo.
In queste condizioni, la notte diventa il “territorio della rivalsa”: un tempo che finalmente appartiene a sé stessi. Ecco perché si parla di revenge (vendetta): è come se, inconsapevolmente, ci si volesse riprendere ciò che non si è riusciti ad avere durante il giorno.
Le conseguenze della procrastinazione della buonanotte
Se a breve termine restare svegli oltre l’orario fisiologico sembra un piccolo compromesso per avere un po’ di tempo in più, nel medio-lungo periodo i costi per la salute diventano rilevanti:
- sul piano cognitivo: riduzione di memoria, concentrazione, attenzione e capacità decisionale;
- sul piano emotivo: peggioramento della regolazione emotiva, maggiore vulnerabilità ad ansia e depressione, aumento dell’irritabilità;
- sul piano fisico: la carenza cronica di sonno è stata associata a un incremento del rischio di malattie cardiovascolari, squilibri metabolici (diabete, sovrappeso, obesità) e abbassamento delle difese immunitarie.
In altre parole, ciò che nasce come “piccola ribellione quotidiana” può trasformarsi in un circolo vizioso che logora progressivamente il benessere generale.
Procrastinazione della buonanotte e terapia
Un recente studio, pubblicato sul Jurnal Psikologi Perseptual (2023), ha mostrato che interventi centrati sull’autoaccettazione e sulla cura di sé possono ridurre questo tipo di procrastinazione. Imparare, ad esempio, ad ascoltare i propri bisogni, a riconoscere i segnali del corpo e a prendersi momenti di qualità durante la giornata, non solo prima di dormire, può aiutare a ristabilire un equilibrio sano.
Se ti riconosci in questa situazione, sappi che è possibile superarla: rivolgersi a un professionista, come uno psicoterapeuta, aiuta a comprendere il perché di certi comportamenti, sviluppare nuove strategie di gestione del tempo e dello stress e una migliore routine e igiene del sonno.
Se hai bisogno di un aiuto, puoi sempre contattarmi.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Nell’ottica di una sana ed etica diffusione della cultura, si invita a citare la fonte e l’autore di questo articolo nel caso si desideri condividere – in tutto o in parte – il contenuto.

