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Boom di psicofarmaci tra i giovani! Cosa sta succedendo?

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Secondo recenti ricerche, si sta assistendo a un boom di somministrazione di psicofarmaci tra i giovani. Ma come mai?

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Secondo recenti studi, sempre più giovani fanno uso di psicofarmaci.

E’ quanto emerge da una ricerca che prende il nome di ESPAD Italia, condotta dall’Istituto di Fisiologia Clinica – sezione di Epidemiologia e Ricerca sui Servizi Sanitari – del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

I risultati ci parlano di numeri preoccupanti: il 10,5% dei ragazzi, tra i 15 e i 19 anni, fa uso di psicofarmaci!

Dal 2021, soprattutto a causa della pandemia, la percentuale è aumentata (dal 6,6% del 2017).

Eccessive prescrizioni mediche

Una delle cause principali sarebbe un’eccessiva prescrizione medica di psicofarmaci. Ancora oggi, molti medici optano per un trattamento unicamente farmacologico senza consigliare anche un supporto psicoterapeutico.

Il medico di famiglia, del resto, rappresenta per moltissimi cittadini il primo approccio per qualsivoglia problematica, sia medica sia psico-emotiva. Il rapporto di fiducia che si instaura con il paziente, porta quest’ultimo a seguire le indicazioni senza un senso critico: ecco che, quindi, medici “vecchio stampo” potrebbero somministrare psicofarmaci anche ai più giovani, che magari avrebbero avuto bisogno di un altro genere di supporto.

Il Prof. Giuseppe Maina, docente di Psichiatria all’Università di Torino, afferma giustamente che: “l’uso di psicofarmaci si basa sulla falsa credenza che risolvano i conflitti, ma è sbagliato: servono a curare dei disturbi, ma i problemi esistenziali non si annullano con i farmaci”.

Uso di psicofarmaci senza prescrizione medica

Un’altra causa di questo boom di psicofarmaci è la loro somministrazione senza prescrizione.

Molti giovani, convinti come sopra accennato che l’utilizzo del farmaco possa risolvere magicamente problemi di natura psicologica, li reperiscono autonomamente, senza approvazione di un professionista.

Reperirli è, purtroppo, abbastanza facile.

Secondo gli intervistati, il 42,3% riferisce di poterseli procurare tranquillamente a casa propria, magari sottraendoli ad altri parenti che ne fanno uso; il 28,2% li acquista via internet e il 22,2% per strada.

Cosa spinge i ragazzi ad usare psicofarmaci senza prescrizione?

Secondo la ricerca, l’uso di psicofarmaci si basa sulla convinzione che questi possano garantire un sicuro benessere: il 46,8% degli intervistati afferma di farne uso per migliorare le performance scolastiche, il 72,5% li utilizza per migliorare l’aspetto fisico, il 36,6% per risolvere problemi di insonnia e il 54,6% per problemi dell’umore.

Quali sono i rischi?

Utilizzare gli psicofarmaci senza alcuna supervisione medica potrebbe comportare gravi rischi per la salute.

L’utilizzo eccessivo potrebbe infatti generare disturbi comportamentali e sviluppare forme di dipendenza.

Non sono rari casi di obnubilazione e, se mischiati ad altre sostanze, come l’alcool o altre droghe, potrebbero aumentare anche gli effetti collaterali.

Riflessioni

In Italia ancora manca una campagna di sensibilizzazione e informazione sull’argomento.

Molti giovani fanno fatica a chiedere aiuto e non sanno a chi rivolgersi quando stanno vivendo un momento di difficoltà psico-emotiva.

La prima scelta, come accennato, ricade spesso sul medico di famiglia, la cui categoria deve essere quindi la prima a doversi aggiornare e comprendere quanto il benessere psicologico non possa essere prerogativa di un trattamento farmacologico ma necessiti principalmente di una psicoterapia.

Molti medici sono già preparati sul tema, altri, purtroppo, sono ancora legati a convinzioni passate.

Ecco perché, noi psicologi, abbiamo il dovere di informare e fare prevenzione, veicolando l’importante messaggio di speranza e di disponibilità all’ascolto.

Se un ragazzo ha bisogno di parlare con qualcuno, può farlo. Se un genitore ha bisogno di parlare dei problemi del proprio figlio adolescente, può farlo.

Prima di far entrare un giovane nel tunnel degli psicofarmaci o di “costringerlo” ad autosomministrarseli per mancanza di informazioni o difficoltà nel chiedere aiuto, è necessario intervenire come adulti e far sentire la nostra rasserenante presenza.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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