Site icon Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Quali sono i segnali di una relazione tossica?

psicologo bari relazione tossica

Le relazioni tossiche sono purtroppo all’ordine del giorno. Molto spesso, sfociano in episodi di violenza. Come riconoscerle?

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Le relazioni tossiche sono purtroppo sempre più frequenti. E’ questo il dato che emerge analizzando gli ultimi avvenimenti. Impossibile non pensare a ciò che è recentemente avvenuto a Giulia Cecchettin, ragazza di 22 anni uccisa a coltellate dal suo ex fidanzato Filippo Turetta: la tragica conseguenza di un amore malato.

Vediamo oggi insieme come riconoscere i principali segnali di una relazione tossica.

Comunicazione tossica e violenta

Il primo segnale riguarda le modalità comunicative. Come molti psicologi affermano: “la maggior parte dei problemi di coppia è rappresentata da problemi di comunicazione”.

Verissimo, e ancor di più vero nelle relazioni tossiche. Si assiste a una precisa dinamica: uno dei due partner utilizza parole, frasi, atteggiamenti violenti e distruttivi, privi di rispetto e di stima nei confronti dell’altro/a. La voce è utilizzata per ferire e non per costruire un clima comunicativo di confronto ed evoluzione personale.

Nelle coppie funzionanti in maniera sana si può assistere a discussioni o litigi (ci mancherebbe) ma il tutto ha il chiaro obiettivo di far crescere la relazione, comprendendo quali sono gli spigoli da limare e i punti da chiarire.

Questo non accade quando c’è tossicità: “io ho ragione e sono nel giusto, tu hai torto e sei sbagliato/a”.

Gelosia patologica

La gelosia è annoverata tra le emozioni secondarie. Se vissuta in maniera sana, ha lo scopo di dare valore al proprio partner, poiché in qualche modo ci aiuta a far sempre meglio, a dimostrare di amarlo e di rispettarlo.

A volte, però, diviene patologica: si assiste, quindi, a un vissuto cronico di sospetto e sfiducia, spesso immotivato. Ex partner, amici, addirittura parenti, diventano motivo di gelosia e si tende ad attuare forme di controllo e di comunicazione violenta allo scopo di demotivare l’altro/a a frequentare specifiche persone ritenute “pericolose”.

Comportamenti di controllo

Continui messaggi per sapere dove si trova il partner, con chi si trova, quando torna a casa, a che ora ha effettuato l’ultimo accesso su Whatsapp o sui social e così tanti altri esempi.

Sembrano sciocchezze, se prese singolarmente, ma se ripetute queste dinamiche sono il chiaro sintomo di comportamenti controllanti, soprattutto se seguiti da irritazione, rabbia e violenza psicologica quando non si ottiene la risposta desiderata.

Attenzione, dunque, a scambiare tutto questo per semplice premura: al di sotto abbiamo una forma di gelosia patologica, controllo e mancanza di fiducia.

Silenzio come forma punitiva

Scegliere consapevolmente di restare in silenzio e immergersi nei propri pensieri non è sbagliato, anzi. Molti psicologi addirittura lo consigliano, soprattutto per spegnere gli animi ed evitare conflitti accesi.

Quando però il silenzio viene messo in atto in maniera volontariamente punitiva, come strategia passivo-aggressiva, allora siamo di fronte a una dinamica tossica.

Il partner, in questo modo, cerca di far pagare lo scotto per un presunto comportamento sbagliato e far sentire in colpa l’altro/a, nella speranza che gli vengano poi poste delle scuse.

Menzogna come forma comunicativa abitudinaria

Quando nella coppia si iniziano a utilizzare bugie, spesso reciprocamente, allora bisogna fermarsi un attimo e chiedersi il motivo.

Generalmente, il partner che subisce la tossicità dell’altro/a inizia a usare le menzogne per difendersi, per paura delle reazioni eccessive che potrebbero innescarsi, in quanto la verità viene ritenuta pericolosa.

Perdere di vista i propri bisogni

Quando ci si accorge che si stanno perdendo di vista i propri bisogni e che si stanno sopravvalutando quelli dell’altro/a, abbiamo un chiaro segnale di tossicità.

Lasciar andare le solite abitudini, hobbies che si amano, trascurare la salute e il tempo libero, solo perché il partner potrebbe disapprovarlo o rimanerci male che non passi del tempo con lui/lei, allora sì, è amore malato.

In una relazione funzionante, entrambi ci si prodiga affinché si cresca insieme e si creano anche attività condivise che possano piacere alla coppia, non solo esclusivamente al singolo.

Episodi, anche singoli, di violenza fisica

Schiaffi, spintoni, pugni. Sono esempi di violenza fisica.

“Non l’ha fatto apposta”, “era solo arrabbiato”, “mi ha promesso che non lo farà più”.

La violenza fisica non è mai giustificata. Purtroppo, molto spesso si tende a sminuire l’accaduto, nel nome dell’amore e della stabilità di coppia. Nulla di più sbagliato.

Anche un singolo episodio è da condannare ed è il chiaro segnale di tossicità. Allontaniamoci quanto prima da quella relazione!

Non siamo gli psicologi del nostro partner!

Non siamo gli psicologi del nostro partner. Non è nostro il compito di salvarlo!

Lui/lei non cambierà grazie al nostro supporto o vicinanza, ma solo se davvero, veramente, sinceramente, deciderà di mettersi in discussione e chiedere l’aiuto di una persona qualificata.

Incaponirsi, cadendo magari nella sindrome della crocerossina, ci condanna a una vita di infelicità e malessere.

Evitare, sempre, gli incontri per chiarire!

Stando alle recenti ricerche in ambito criminologico, gli incontri “chiaritori” sono spesso il contesto nel quale vengono commesse violenze, addirittura omicidi.

Evitiamo, quindi, di accettare di vederci con un partner che sappiamo già essere violento, geloso, controllante, con il solo scopo di chiarire. Non c’è nulla da chiarire.

Se proprio desideriamo farlo, scegliamo un luogo affollato, un territorio “neutro”, come un bar, una pizzeria e con amici/parenti a portata di mano.

Mai e poi mai appartarsi in auto, andare a casa sua, rimanere, in sintesi, da soli/e con una persona potenzialmente aggressiva e pericolosa.

E’ possibile riparare una relazione tossica?

Giungiamo infine alla fatidica domanda: è possibile riparare una relazione tossica? Oppure è meglio chiuderla il primo possibile?

Difficile rispondere.

Se notiamo che i segnali negativi sono molteplici, allora meglio allontanarsi. Il costo non vale l’impresa. Anzi, partner davvero tossici spesso reagiscono in maniera violenta, se hanno la sensazione che vengono messi in discussione e che si desidera cambiare (anche se in meglio) le dinamiche di coppia.

Se invece i segnali sono pochi e circoscritti, allora perché no. L’importante è che entrambi desiderino crescere insieme e comprendere cosa non sta funzionando. Ognuno deve saper riconoscere il proprio ruolo che fino a quel momento sta alimentando la tossicità e decidere di lavorare su di sé. Ciò significa assumersi delle responsabilità, modificare alcune abitudini comportamentali e comunicative, evitando sia la fuga di fronte a temi difficili sia, al contrario, l’aggressività.

Se senti di star vivendo una relazione tossica e vuoi ripararla o chiuderla, puoi contattarmi.

Se hai subito o temi di subire episodi di violenza fisica, chiedi aiuto il prima possibile!

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Nell’ottica di una sana ed etica diffusione della cultura, si invita a citare la fonte e l’autore di questo articolo nel caso si desideri condividere – in tutto o in parte – il contenuto.

Exit mobile version