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Psicoterapia: quali sono i vantaggi di un percorso?

Scopriamo insieme quali sono i benefici che si acquisiscono dopo aver seguito un percorso di psicoterapia.

Rivolgersi a un professionista per iniziare un percorso di psicoterapia è ancora oggi considerato, in alcuni contesti, come un sinonimo di debolezza, come un tabù, come una scelta da fare di nascosto. Molto spesso ci si aggancia alla convinzione: “devo per forza farcela da solo e con le mie forze“. Nulla di più errato e limitante per la propria crescita personale.

Pian piano, fortunatamente, le cose stanno cambiando: molte persone si stanno accorgendo, grazie anche all’esperienza diretta e ai canali di informazione, come un percorso psicoterapeutico comporti notevoli vantaggi e permetta la risoluzione di quei problemi i quali, con le sole proprie energie, sarebbe impossibile affrontare e superare.

Bisogna a gran voce sottolineare come il chiedere supporto a un professionista sia quindi un atto di coraggio, di forza, di determinazione: chi decide, consapevolmente, di prendersi cura di sé stesso, andrebbe considerato tra le persone più responsabili della nostra società.

Vediamo quindi quali sono i vantaggi che si ottengono grazie a un percorso di psicoterapia:

Imparare ad ascoltare i propri bisogni

Proprio così: molto spesso gli eventi della vita ci portano lontano dai nostri veri bisogni, lontano dalle nostre passioni, dagli hobbies, da ciò che realmente ci piace o da ciò che effettivamente ci servirebbe in un dato momento. La nostra attenzione è spesso focalizzata su altro: magari ci immergiamo nel lavoro oppure in amicizie/relazioni di cui potremmo fare tranquillamente a meno, e come questi tantissimi altri esempi. Il lavoro di psicoterapia ci permette quindi di ricongiungerci con noi stessi, ci insegna ad ascoltarci e comprendere le nostre reali necessità, in linea con chi realmente siamo.

Riuscire a definire i nostri confini

Quante volte ci sarà capitato che altre persone, letteralmente, “invadano” i nostri spazi, la nostra vita, riempendo più del dovuto i nostri tempi? Quante volte ci sarà capitato di non saper dire di “no”, di essere sempre disponibili, di “sacrificarci” più del necessario, di mettere sempre gli altri al primo posto? Il lavoro di psicoterapia permette di tornare a essere, in maniera assolutamente sana, focalizzati su noi stessi, il che è differente dall’egoismo nudo e crudo. Essere focalizzati su noi stessi vuol dire rispettare prima di tutto i nostri confini: tracciare una barriera tra il nostro mondo interiore (il nostro spazio e i nostri tempi) con il mondo là fuori, comprendendo quali risorse possiamo offrire agli altri e quante invece vadano necessariamente conservate per il nostro benessere ed equilibrio interiore.

Uscire dalla zona di comfort

Ebbene sì, ognuno di noi, in modo o in un altro, crea nel corso della propria vita una zona di comfort. In psicologia, questo termine sta a indicare quell’insieme di abitudini, comportamenti, regole personali, individui, luoghi, tempi, ai quali siamo affezionati, che difficilmente cambieremmo, perché appunto rappresentano una zona sicura, apparentemente (e illusoriamente) tranquilla. In realtà, la dura verità, è che il crogiolarsi per troppo tempo nelle abitudini limita la nostra crescita e l’evoluzione personale. Inoltre, molto spesso, alcuni nostri comportamenti risultano essere disfunzionali, ripetitivi e conducono a esiti negativi: il grave problema è che, essendo parte di una routine, noi non ce ne accorgiamo e continuiamo a reiterarli pedissequamente. L’obiettivo della psicoterapia è quindi quello di uscire dalla nostra zona di comfort e permetterci di raggiungere nuovi orizzonti.

Accedere a risorse profonde interiori

Albert Einstein affermava che: “ogni persona è un genio. Ma, se giudichi un pesce dalla sua capacità di scalare un albero, passerà tutta la sua vita pensando di essere stupido.

Ognuno di noi possiede tutte le risorse necessarie per superare i problemi che la vita gli pone dinanzi. Il vero dramma è che, molto spesso, queste risorse sono dormienti, nascoste, non viste e percepite, a causa magari di una bassa autostima, di convinzioni/frasi limitanti che ci ripetiamo costantemente (es. “non ne sono capace”), da una mancata abitudine nel mettersi in gioco e nell’affrontare le sfide oppure, e non per ultimo, dal fatto che ci sperimentiamo in contesti che non ci danno il giusto valore. La psicoterapeuta permette letteralmente di accedere al nostro bagaglio di risorse interiori e finalmente attivarle.

Aumentare la consapevolezza corporea

E’ da molti anni ormai scientificamente dimostrato come la nostra mente e il nostro corpo siano due sistemi interconnessi e collegati, i quali comunicano costantemente. Molto spesso, infatti, il nostro corpo ci invia dei segnali (quali sensazioni, dolori, sintomi) di ogni genere, proprio con l’obiettivo di comunicarci un disequilibrio di natura emotiva e psicologica. Quante volte ci sarà capitato di provare le “farfalle nello stomaco”, oppure tachicardia a causa di un momento di agitazione, mal di testa da stress, brividi di freddo a causa della paura, e come questi moltissimi altri esempi. Il vero problema è che tendiamo a ignorare questi messaggi, bollando il tutto con un “sarò semplicemente stanco, mi prendo un’aspirina“. Il percorso di psicoterapia guida invece le persone a consapevolizzare queste sensazioni corporee, dando a esse un preciso significato, con l’obiettivo di comprendere cosa la nostra parte più profonda voglia comunicarci.

Imparare a comprendere gli schemi comportamentali ricorrenti e disfunzionali

Ognuno di noi, nel corso della vita, ha strutturato un insieme di abitudini e comportamenti ricorrenti, ovvero che mette in atto costantemente e in maniera inconsapevole. Queste dinamiche, che prendono il nome di automatismi, possono essere sia di natura positiva (quindi funzionali al nostro benessere) ma anche negativa (quindi disfunzionali). Il vero problema è che, essendo schemi abitudinari, essi sono inconsci e vengono ripetuti senza consapevolezza, nonostante comportino risultati negativi per noi stessi. Esempi pratici possono essere: ridursi sempre all’ultimo nello studio di un esame, oppure approcciarsi sempre allo stesso modo con le persone, litigare sempre con il proprio partner per un determinato motivo, avere una dipendenza (es. il fumo o utilizzo eccessivo dello smartphone), e così via.

Analizzare quindi questi comportamenti ricorrenti serve per comprendere come disattivarli e quali nuove strategie mettere in campo.

Riconoscere le relazioni disfunzionali

L’essere umano è un “animale sociale”, come molti lo definiscono. Per sua natura, quindi, tende a costruire relazioni, che siano di amicizia, di lavoro, sentimentali, oltre a quelle di base che scaturiscono dalla propria famiglia di origine.

Purtroppo, non è detto che ogni relazione sia sana, quindi che porti benessere nelle nostre vite. Molto spesso alcune persone sono tossiche, alcuni rapporti a volte giungono alla loro naturale conclusione, ma noi, per un motivo o per un altro, facciamo fatica ad allontanarci. L’obiettivo della terapia è quindi comprendere quali delle nostre relazioni siano valide e degne da coltivare e quali, invece, siano disfunzionali e necessariamente da chiudere o quanto meno da trasformare.

Fare pace con il passato

Affermava Aldous Huxley: “l’esperienza non è ciò che accade a un uomo, ma è ciò che un uomo fa con quel che gli accade.

Ognuno di noi, nel corso della propria vita, ha sperimentato esperienze negative: traumi, lutti, separazioni, divorzi, licenziamenti, situazioni di pericolo, violenze (psicologiche o fisiche), e così via. Ogni persona, nel proprio bagaglio di ricordi, conserva immagini, suoni e sensazioni dolorosi, che ancora oggi possono comportare disagi di varia natura.

L’obiettivo della psicoterapia non è quello, come molti erroneamente credono, di cancellare il passato o far finta che nulla sia mai accaduto, bensì di riviverlo, rielaborarlo in un ambiente protetto sotto la supervisione di un professionista, facendo sì che quei determinati ricordi negativi possano finalmente perdere la loro carica emotiva dolorosa e possano essere compresi in un’ottica più matura, cogliendo l’insegnamento positivo di quell’esperienza e facendone tesoro.

Formulare obiettivi ben formati

Molto spesso le persone sono fuori “mission”, ovvero perseguono obiettivi che non sono in linea con i loro iniziali propositi, con i loro desideri, sogni e aspettative. Prendiamo ad esempio chi svolge un lavoro che non gli piace, solo perché è l’unico che ha trovato, oppure chi ha scelto un corso di laurea solo perché è stato convinto dalla propria famiglia, ma in realtà avrebbe voluto fare tutt’altro. Di esempi simili, ahimè, ne abbiamo moltissimi. Può altresì capitare che gli obiettivi prefissati siano formulati male, siano vaghi, non chiari, troppo astratti, e quindi difficili da raggiungere.

L’obiettivo, per chi segue un percorso di psicoterapia, deve essere necessariamente ben formato, ovvero sotto la propria responsabilità, temporalmente basato, formulato positivamente e, soprattutto, in linea con i propri bisogni e passioni di vita.

Migliorare l’autostima

Per ultimo, ma assolutamente non meno importante, abbiamo l’aumento dell’autostima: la psicoterapia, come naturale conseguenza del lavoro su sé stessi, permette di migliorare la propria percezione, espandere il proprio senso di sé, il potere personale, la consapevolezza delle proprie energie e risorse. Una sana autostima (né bassa né eccessiva) permette quindi di avere un’idea di sé coerente con la realtà, in linea con gli obiettivi che ci si prefigge e nel rispetto delle persone che ci circondano.

Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Psicoterapeuta Bari

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