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Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi dell’alimentazione

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Il 15 marzo di ogni anno, ricorre in Italia una giornata nazionale dedicata ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Di cosa parliamo nello specifico?

La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla è stata promossa per la prima volta nel 2012 dall’Associazione Mi Nutro di Vita, che da anni si occupa di prevenzione, sensibilizzazione e cura dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (DNA). L’iniziativa parte da un padre, Stefano Tavilla, che ha perso la figlia Giulia a soli 17 anni a causa della bulimia.

Nel 2013, inoltre, il Ministero della Salute ha incluso i DNA tra le priorità relative alla tutela della salute mentale in quanto problema di salute pubblica in costante aumento e ha

Il 15 marzo di ogni anno, ovvero il giorno della scomparsa di Giulia, possiamo fermarci un attimo a riflettere su cosa siano questi disturbi e che incidenza abbiano a livello globale.

I disturbi dell’alimentazione: cosa sono?

Per disturbo dell’alimentazione, o disturbo alimentare o disturbo del comportamento alimentare, si intende un insieme di comportamenti disfunzionali che ruotano attorno all’ingerimento del cibo e al controllo del peso corporeo e che danneggiano sia la salute fisica sia quella psicologica. Si hanno infatti gravi ripercussioni sulle proprie capacità relazionali, difficoltà emotive, problemi nello svolgimento delle normali attività sociali, lavorative, e complicazioni mediche.

I disturbi dell’alimentazione più diffusi sono:

L’incidenza dei disturbi alimentari nel tempo

Negli anni, si è assistito a un preoccupante aumento delle diagnosi di disturbi alimentari.

Secondo la Dott.ssa Laura Dalla Ragione, coordinatrice del tavolo tecnico sui DNA del Ministero della Salute, i nuovi casi diagnosticati in Italia sono arrivati, nel 2023, a 1,6 milioni, rispetto ai 680mila del 2019 e ai 300mila del 2000.

Partendo proprio dall’anno 2000, il numero complessivo di persone affette da queste patologie raggiunge così quota 3 milioni.

Altro dato preoccupante riguarda l’età: si assiste a un aumento di incidenza nella fascia 10-13 anni del 20%. Un esordio troppo precoce, che comporta serie ripercussioni sullo sviluppo fisico e mentale dell’adolescente.

I primi segnali: quando allarmarsi?

Vediamo insieme quali sono i primi segnali sintomatologici che potrebbero accendere un campanello d’allarme.

A chi rivolgersi in caso di necessità?

Nel caso in cui la persona coinvolta volesse chiedere aiuto, o magari i genitori di un figlio minorenne richiedessero supporto, è possibile rivolgersi al proprio medico/pediatra di fiducia o a uno psicoterapeuta, che valuteranno la situazione e il livello di gravità.

E’ possibile anche contattare il numero verde nazionale «Sos disturbi alimentari» 800.180.969, anonimo e gratuito, attivo da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 21.

Un disturbo alimentare richiede un approccio integrato e multidisciplinare: monitoraggio medico, educazione alimentare e psicoterapia.

La psicoterapia, nello specifico, è di fondamentale importanza in quanto aiuta la persona a ristabilire una sana assunzione del cibo, a raggiungere un peso salutare, a identificare e monitorare le proprie abitudini errate e fornisce strumenti idonee per cambiarle.
Inoltre, insegna a gestire lo stress e i problemi, così da migliorare le proprie relazioni sociali e in generale il proprio umore.

Se pensi di soffrire di un disturbo alimentare o conosci qualcuno che ne sta soffrendo, puoi contattarmi.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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Immagine di copertina: Immagine di freepik

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