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25 novembre: Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

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Il 25 novembre di ogni anno ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Vediamo insieme la storia di questo evento e perché è così importante.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è un evento di rilevanza mondiale che ricorre il 25 novembre di ogni anno.

A istituire questa iniziativa fu l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la quale, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, invitò tutti i Paesi, le organizzazioni internazionali, le organizzazioni non governative, le associazioni di volontariato e tutti coloro che lo desiderassero, a prodigarsi in quel giorno per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del rispetto e della non violenza contro le donne.

Come mai proprio il 25 novembre?

La scelta del 25 novembre non è casuale.

Infatti, il 25 novembre 1960 viene ricordato per il triplice assassinio delle sorelle Mirabal: Patria, Minerva e Maria Teresa.

Le tre donne, attiviste politiche nella Repubblica Dominicana, furono arrestate per ordine dell’allora dittatore Trujillo, rinchiuse in prigione, torturate, stuprate e infine uccise a colpi di bastone, per poi essere gettate in un burrone a bordo della loro auto, per simulare un incidente stradale.

Qual è il simbolo della non violenza contro le donne?

Per simboleggiare questa giornata, già da diversi anni viene utilizzato il colore rosso e, nello specifico, scarpe rosse e panchine rosse.

La scelta delle scarpe rosse deriva da un’iniziativa dell’artista messicana Elina Chauvet nel 2009 la quale, per ricordare le donne vittime di violenza (compresa la sorella assassinata dal marito), posizionò nella sua città, Ciudad Juárez, 33 paia di scarpe femminili rosse.

La panchina rossa, invece, simboleggia la violenza domestica, per ricordare come moltissimi gesti di violenza e femminicidi avvengano proprio nelle mura domestiche e in contesti familiari.

Quali sono le principali forme di violenza?

Molto spesso, quando si pensa alla violenza, siamo indotti a focalizzarci esclusivamente su quella fisica, come schiaffi, pugni, spintoni e, nei casi peggiori, femminicidi.

In realtà, esistono tanti altri tipi di maltrattamenti. Vediamoli insieme:

I numeri della violenza

Nel 2023, secondo gli ultimi dati aggiornati dal Ministero dell’Interno, sono state uccise ben 106 donne.

Una ogni tre giorni.

Inoltre, stando ai dati dell’ente internazionale UN Women, nel mondo una donna su tre ha subìto violenza sessuale o fisica almeno una volta nella vita.

Nello specifico, in Italia le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subìto una qualche forma di violenza fisica o sessuale sono quasi 7 milioni (dati ISTAT 2022).

La parola d’ordine è la prevenzione

Purtroppo, viviamo in una società nella quale si ha la tendenza ad agire solo a tragedia avvenuta.

Si lavora, quindi, sull’emergenza e non pianificando chiare ed efficace strategie di prevenzione.

E’ importantissimo, infatti, educare fin da subito i giovani adulti, già in età scolare, su temi caldi e fondamentali, per far sì che possano crescere come uomini rispettosi dell’altro sesso e capaci quindi di gestire anche rifiuti, senza mai ricorrere alla violenza, in ogni sua forma.

L’educazione ai sentimenti, alla sessualità, all’affettività, informare sulle tematiche di genere, cercare di smontare rigidi stereotipi, uscire da schemi mentali basati sulla mascolinità tossica, educare alla gestione delle emozioni, nello specifico della rabbia, queste sono reali attività che tutti i professionisti, dal pubblico al privato al terzo settore, quello delle associazioni, dovrebbero perseguire.

Chi contattare in caso di violenza?

In Italia dal 2009 è attivo il numero 1522, per poter denunciare qualsiasi forma di violenza.

In alternativa, se sei una vittima di violenza o temi per la tua incolumità, puoi contattare associazioni di volontariato, le forze dell’ordine, i centri anti violenza della tua zona, il tuo avvocato, il tuo psicologo.

Siamo tutti pronti a sostenerti. Chiedi aiuto, prima che sia troppo tardi.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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