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Psicologia e Salute: in Italia troppa attenzione al corpo e meno alla mente

In Italia, il concetto di salute è ancora troppo ancorato alla cura del corpo e meno a quella della mente. Scopriamo insieme come mai.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Secondo gli ultimissimi studi, nel 2021 almeno un italiano su quattro ha sofferto di un disagio psicologico. Non parliamo, fortunatamente, di disturbi gravi ma comunque di problematiche che avrebbero indubbiamente richiesto il supporto di un professionista psicologo.

Attacchi di panico, ansie, fobie, dipendenze (da sostanze o da gioco), dinamiche di coppia, sono solo alcuni dei tanti esempi che potremmo fare.

In Italia la salute è ancora troppo “bio” e poco “psico”

Secondo l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) la salute è una questione biologica, psicologica e sociale (biopsicosociale, per l’appunto), ovvero un equilibrio tra benessere fisico, mentale e socio-relazionale.

In Italia, purtroppo, questa triade è molto sbilanciata: nel Sistema Sanitario Nazionale ci sono ben 154mila medici, 18mila assistenti sociali e solo 5mila psicologi.

Non solo: a oggi, non sono previsti psicologi nelle scuole (se non attraverso bandi di durata annuale) e, soprattutto, solamente il 25% delle ASL dispone di un servizio di psicologia!

Cosa dice la norma?

I “Livelli Essenziali di Assistenza del 2017”, e tante altre leggi e linee di indirizzo, prevedono la presenza di un’assistenza psicologica di base per tutti i cittadini, non solo per coloro che soffrono di disturbi conclamati gravi, ma anche per tutti coloro che vivono problematiche quotidiane o temporanee.

Purtroppo, anche se sulla carta il servizio esiste, chi cerca lo psicologo nelle ASL italiane non sa quasi mai dove trovarlo e a quali porte bussare. C’è molta confusione e anche poco personale.

In Italia la psicologia è “privata”

Nel nostro Paese, il 95% degli psicologi lavora nel privato. Questo comporta, ovviamente, pro e contro: da un lato abbiamo un’assistenza fornita indubbiamente più precisa, puntuale, mirata e senza lunghissimi periodi di attesa; dall’altro lato dobbiamo sottolineare quanto il rivolgersi al privato significhi, per i cittadini, dover investire economicamente sulla propria salute mentale.

Fortunatamente, con l’approvazione del Bonus Psicologo 2022, tale spesa potrebbe alleggerirsi e invogliare le persone a rivolgersi a un professionista.

Inoltre, già da diversi anni, i colloqui di psicoterapia sono detraibili come spese sanitarie.

Riflessioni personali

Nonostante la presenza di queste agevolazioni economiche, la salute psicologica dovrebbe essere, il più presto possibile, equiparata a quella corporea. Non solo a voce, ma anche nei fatti.

Nel 2022, il concetto di benessere è, ahimè, ancora troppo legato alla cura del fisico, ma sappiamo fin troppo bene quanto la mente influisca sul corpo e quanta, purtroppo, poca attenzione venga data a discipline come la psicosomatica, la PNEI e tantissime altre scienze che da anni studiano l’essere umano da un punto di vista olistico e che potrebbero dare un notevole contributo al processo di guarigione di moltissime malattie.

La mia speranza, come professionista della salute mentale, è che presto o tardi ci si renda conto che rivolgersi a uno psicologo possa diventare un qualcosa di “normale”, alla pari di recarsi dal proprio medico di famiglia. Nell’attesa, ci godiamo le prime, ottime, iniziative statali, come il Bonus Psicologo.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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