Site icon Marco Magliozzi – Psicologo Bari

La storia zen dei due vasi

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Leggiamo insieme questa storia terapeutica che ci fa comprendere come dare valore ai nostri difetti

Un’anziana donna aveva l’abitudine di andare ogni giorno al fiume a raccogliere l’acqua. Per farlo, portava con sé due grandi vasi, ciascuno sospeso all’estremità di un palo che lei portava sulle spalle.

Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l’altro era perfetto. Al termine della camminata verso casa, il vaso perfetto arrivava sempre pieno d’acqua, mentre quello crepato sempre mezzo vuoto.

Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati mentre il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato creato.

Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d’acqua.

Un giorno, il vaso con la crepa decise di parlare all’anziana: “Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l’acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa. Non sono in grado di fare il mio lavoro come dovrei“.

La donna sorrise e le rispose dolcemente: “Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero ma non dalla parte dell’altro vaso? Questo perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero e, ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi senza saperlo. Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per ingentilire la casa”.

Ognuno di noi ha uno o più difetti: impossibile non averne almeno uno. Siamo esseri umani. Il nostro obiettivo è quello di trasformare tali “limiti” in opportunità, in occasioni di miglioramento e in qualcosa che ci caratterizzi e ci renda unici.

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