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20 marzo: Giornata Internazionale della Felicità

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Il 20 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Felicità, istituita dall’ONU nel 2012, per ricordarci l’importanza di coltivare benessere e gioia nelle nostre vite.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Con la risoluzione A/RES/66/281 del 28 giugno 2012, l’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha istituito la Giornata Internazionale della Felicità, da celebrare il 20 marzo di ogni anno.

«L’Assemblea generale […] consapevole di come la ricerca della felicità sia uno scopo fondamentale dell’umanità, […] riconoscendo inoltre la necessità di un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone, decide di proclamare il 20 marzo la Giornata Internazionale della Felicità, invita tutti gli stati membri, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, e altri organismi internazionali e regionali, così come la società civile, incluse le organizzazioni non governative e i singoli individui, a celebrare la ricorrenza della Giornata Internazionale della Felicità in maniera appropriata, anche attraverso attività educative di crescita della consapevolezza pubblica […]»

Quale messaggio vuole inviarci la Giornata Internazionale della Felicità?

Con l’istituzione di questo evento annuale, l’ONU vuole ricordare a tutta la popolazione mondiale l’importanza di coltivare, nelle proprie vita, gioia e felicità.

Troppo spesso, infatti, si ha la tendenza a percepire il benessere solo come “assenza di malattia”, convincendosi con frasi del tipo “sto bene se non sto male“.

Molte persone, infatti, preferiscono accontentarsi, vivendo una vita il più possibile “neutra”, fuggendo dai pericoli e dai rischi, mai andando incontro a qualcosa di bello.

Una routine, quindi, che comporta sì l’assenza di malessere (quando possibile) ma, nello stesso tempo, anche di felicità.

Ma cos’è la felicità?

A differenza della gioia, che rientra tra le emozioni primarie, la felicità viene definita come uno stato d’animo.

Essa comporta il provare un mix di sensazioni piacevoli, come ad esempio appagamento, eccitazione, ottimismo, serenità, benessere fisico, la stessa gioia.

In quanto stato d’animo, può essere passeggera o duratura, durare quindi pochi minuti, ore o giorni interi. Dipende da chi la vive e da quale sia stato lo stimolo.

La felicità è spesso conseguenza di un evento positivo, come il raggiungere un risultato o un obiettivo, un accadimento inatteso, soddisfare un proprio bisogno, ricevere un complimento e così via.

Compito della persona è infatti quello di godersi appieno ciò che accade nella propria vita, scoprire che si può essere felici nonostante le difficoltà e non solo in assenza di esse.

Felicità è anche saper vivere il qui ed ora, il presente, senza farsi affossare dai pesi del passato o dalle ansie del futuro.

Come essere felici?

Domanda da un milione di dollari. Non esiste una risposta valida per tutti.

Ognuno può raggiungere la propria felicità seguendo una personalissima strada: chi attraverso la carriera, chi attraverso la famiglia, lo sport, la spiritualità, l’amore, il volontariato, i viaggi, o un mix di tutte queste cose. Non c’è limite alle possibilità.

L’importante è viversi la felicità nel presente e mai relegarla a sogni irraggiungibili o all’idea di poter essere felici solo se non esistono problemi o difficoltà. E’ un pensiero utopico e solo fonte di delusioni costanti.

Come psicologo, consiglio caldamente di usare le proprie energie per coltivare progetti, idee, attività che possano portare al raggiungimento della felicità.

“Ma io non ho tempo”, “ma non so come fare”, “ma io non posso”.

Sì che puoi, sì che hai tempo. Credi in te stesso. La felicità non ha infatti a che fare né con il tempo, né con i soldi, né con altri requisiti materiali. E’ frutto di un atteggiamento mentale, di una volontà di mettersi in gioco e uscire dagli schemi, dalla famosa zona di confort. Solo se si è pronti a cambiare le proprie rigide convinzioni sulla vita, le modalità con le quali affrontiamo le difficoltà e darci il permesso di fare qualcosa di nuovo, allora sì che potremmo aspirare a essere felici

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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