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Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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Orbiting: quando l’ex partner continua imperterrito a orbitare attorno a noi

Maggio 16, 2022 By Marco Magliozzi

Scopriamo insieme cos’è l’Orbiting, un comportamento disfunzionale messo in atto da alcuni ex partner, che consiste nel continuare a orbitare nella nostra vita.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Continuiamo la nostra rubrica di approfondimento dedicata ai comportamenti disfunzionali messi in atto da alcuni ex partner.

Dopo aver parlato di Ghosting (quando il partner sparisce senza dare spiegazioni) e di Zombieing (quando l’ex partner riappare all’improvviso per poi allontanarsi di nuovo), oggi approfondiamo l’Orbiting.

Questo termine è un inglesismo che deriva dal verbo “to orb”, ovvero “orbitare”. Esso richiama il movimento di un satellite attorno a un pianeta: fanno parte dello stesso sistema ma non entrano mai in contatto!

Nella pratica, la persona che ci ha lasciato continua a far parte della nostra vita ma mai in maniera diretta e completa: invia messaggi su Whatsapp, risponde nei gruppi condivisi, mette reaction sui social a tutti i nostri post, visualizza tutte le nostre stories, chiede di noi agli amici in comune.

Un modo, dunque, per mantenere sempre un contatto, per continuare a orbitare attorno a noi, ma senza mai voler entrare davvero in relazione.

GHOSTING: quando il partner sparisce senza dare spiegazioni

Perché si attua Orbiting?

Una persona può divenire un orbiter principalmente per tre motivi:

  • Controllo e manipolazione: in questo caso siamo in presenza di una vera e propria strategia di manipolazione, che ha l’obiettivo di controllare e spiare l’altro/a, disinteressandosi, in maniera narcisista ed egoistica, delle conseguenze del suo comportamento. In poche parole, una forma di abuso emotivo.
  • Inconsapevolezza: questo tipo di persona porta avanti questo atteggiamento in maniera ingenua, senza rendersi conto dell’impatto che le sue azioni possono avere sull’altro.
  • Dubbio e insicurezza: l’orbiter in questione è identificabile come chi non è pronto a impegnarsi ma che, allo stesso tempo, non vuole distaccarsi dall’altro per paura di un ripensamento.

La sofferenza delle vittime di Orbiting

Il comportamento di Orbiting non va mai giustificato: coloro che lo subiscono vivono un grande malessere psicologico ed emotivo per diversi motivi.

Già è difficile chiudere una relazione, ma farlo vivendo giornalmente la sensazione che l’ex partner sia sempre nei paraggi (anche se virtuali) è davvero frustrante.

La presenza costante dell’altro/a non ci permette infatti di andare avanti, di conoscere altre persone in maniera serena, ci impedisce di riflettere lucidamente e lascia sempre dentro di noi attiva quella lucina di speranza, ma che in realtà è solo un’illusione.

Nei casi più gravi, le vittime possono anche sviluppare sintomi d’ansia, attacchi di panico, insonnia, pensieri paranoidei.

L’Orbiting è, in tutto e per tutto, un abuso emotivo, una punizione che l’ex partner – volontariamente o meno – ci costringe a vivere.

ZOMBIEING: quando l’ex partner riappare all’improvviso per poi sparire di nuovo

I consigli dello psicologo

Così come per le altre forme di comportamenti disfunzionali messe in atto dai nostri ex partner, anche in questo caso è fondamentale seguire pedissequamente un unico dictat: CHIUDETE OGNI PORTA!

Evitiamo dunque di rispondere a messaggi e ai commenti sui social, impariamo a sminuire l’importanza di una reaction ad un post o di una visualizzazione di una storia, convincendoci che ogni gesto da parte di quella persona in realtà serve solo a lui/lei per sopperire a un proprio bisogno e non di certo rappresenta un reale tentativo di riavvicinamento.

Inoltre, in caso di necessità, possiamo anche decidere di bloccare l’ex partner su tutti i nostri social.

Ricordiamo quindi, sempre, di voler bene prima di tutto a noi stessi e di permettere solo a chi scegliamo di far parte della nostra vita.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Nell’ottica di una sana ed etica diffusione della cultura, si invita a citare la fonte e l’autore di questo articolo nel caso si desideri condividere – in tutto o in parte – il contenuto.

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