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Grazie 2017… la ricerca dell’equilibrio!

Dicembre 31, 2017 By Marco Magliozzi

GRAZIE 2017

Ho notato un po’ ovunque, social network, WhatsApp, giornali, riviste online, la tendenza di voler al più presto uscire dall’anno passato nella speranza che il 2018 possa essere un anno migliore, che porti magari più gioia, successo, benessere o qualsiasi cosa si possa desiderare.

Una tendenza più o meno giusta se non fosse che molte persone preferiscono “fuggire” dal 2017 a gambe levate, ponendo la loro attenzione su tutti i guai, i problemi, i “casini”, accaduti durante l’anno.

Pochi, anche tra le persone che conosco, pongono invece l’accento su tutto ciò che di bello c’è stato in questo anno e soprattutto, cosa più importante, ancor meno persone pongono l’attenzione su quello che di brutto c’è stato con l’obiettivo di evolversi e comprendere quali possono essere state le cause, le dinamiche, che hanno provocato tali situazioni, per far sì che il 2018 non possa riproporre le stesse negative eventualità.

Parliamoci chiaramente dai… non è l’anno in sé ad essere sfigato, sbagliato, brutto, ma è il nostro modo di porci, di fare, di pensare, di vivere, che rende l’anno più o meno positivo.

Vogliamo “fuggire” dal 2017? Siamo liberissimi di farlo! Ma il 2018 sarà, molto probabilmente, uguale ed identico se non abbiamo imparato niente dall’anno che è passato.

Ogni cosa, ogni singola cosa, anche la più piccola e apparentemente insignificante, porta con sé un insegnamento, un messaggio che può aiutarci a capire cosa fare meglio e come farlo. Che riguardi il rapporto con noi stessi, le nostre relazioni interpersonali, sentimentali, situazioni di lavoro o altro, è sempre nostra la scelta di decidere se vivere passivamente ciò che ci capita oppure vivere in maniera attiva, pro-positiva con un’ottica finalizzata al comprenderci meglio e al cambiamento.

Il 2017 a me ha insegnato tantissimo, grazie a tutte le cose che sono capitate (o meglio dire, che mi sono fatto capitare!) ho apprezzato davvero molto il senso dell’equilibrio.

Ho compreso che l’essere umano che vive in equilibrio, con sé stesso, gli altri, il mondo interiore ed esteriore, è un essere umano che sta bene.

Potrà sembrare una affermazione ovvia, banale, ma come tutte le cose ovvie e banali quanti effettivamente ci fanno caso? Secondo me pochi.

Molte persone si pongono agli estremi delle cose oppure si comportano in maniera estrema, molto spesso pensando che il loro punto di vista sia giusto e quello degli altri no. Molti altri vivono in modalità “cartesiana”, nel mondo degli opposti, nel mondo del giusto e sbagliato, del bello e del brutto, del buono e del cattivo, del corretto e dello scorretto, dell’adeguato o dell’inadeguato e così via.

Il nostro corpo e la nostra mente (anche se è brutto utilizzare questo termine) sono programmati per lavorare in uno stato di equilibrio. La tendenza “verso” un estremo porta disagio, sempre, in ogni situazione.

Il nostro organismo, per l’appunto, è in un continuo stato di omeostasi.

L’omeostasi è la tendenza naturale al mantenimento di un relativo stato di equilibrio interno delle proprietà chimico-fisiche di un organismo. I meccanismi omeostatici agiscono a livello delle cellule, dei tessuti e degli organi e riguardano diversi parametri: la temperatura corporea, il pH del sangue, il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la concentrazione di glucosio nel sangue (o glicemia), e molti altri.

Quante volte sentiamo ad esempio parlare di equilibrio acido-base del nostro corpo? Lo sapevate che molte malattie sono favorite da un ambiente o troppo “acido” o troppo “basico” del nostro organismo?

L’organismo mette in atto (autonomamente) dei processi fisiologici per mantenere al suo interno un livello di acidità compatibile con lo svolgimento delle principali funzioni metaboliche.

Spingere il nostro corpo verso l’acidità o spingerlo verso la basicità sono entrambi comportamenti che non favoriscono l’equilibrio e quindi il benessere.

La nostra mente funziona allo stesso identico modo e, senza troppi giri di parole, anche i nostri pensieri e comportamenti hanno la naturale tendenza omeostatica, ovvero mirata all’equilibrio.

Ogni qual volta che abbiamo pensieri fissi, spesso negativi, oppure mettiamo in atto comportamenti dannosi, altro non facciamo che allontanarci dall’equilibrio, ponendo la nostra attenzione solo ad una parte del tutto.

Troppo egoismo, troppo altruismo, troppa sensibilità, troppa freddezza, troppa razionalità, troppa irrazionalità, sono solo alcuni esempi che ci fanno capire come spesso siamo focalizzati (per tendenza naturale o per scelta) verso solo una parte di quello che è possibile.

Tra il bianco e il nero non esiste solo il grigio. Sia il bianco sia il nero altro non sono che l’insieme di tutti i colori, il primo in presenza di luce, il secondo in assenza di essa. E al centro? Potreste trovare chissà quale altro colore meraviglioso che rappresenta voi stessi.

La filosofia cinese ci parla di Yin e Yang (nero e bianco), la notte che si trasmuta in giorno: non esiste giorno senza notte e non esiste notte senza giorno.

La vita esiste solo grazie al susseguirsi dei giorni e delle stagioni, non grazie esclusivamente al caldo dell’estate o al freddo dell’inverno. Ogni elemento contribuisce all’energia del tutto.

Dentro di noi? È lo stesso! Ogni piccolo elemento ha importanza.

Tutto il nostro essere è proiettato, naturalmente, verso uno stato di EQUILIBRIO INTERIORE. Le nostre scelte, i nostri comportamenti, i nostri pensieri, emozioni, sentimenti, a volte deviano da questa continua ricerca di equilibrio, da questo “ritrovarci costantemente”, come se dentro di noi ci fosse un enorme nucleo, come se fossimo un pianeta, un nucleo con una grandissima forza di attrazione che ci spinge verso il VERO IO.

L’augurio per il 2018 è proprio questo: ritrovare il nostro VERO IO e allontanarci (non fuggire) da tutte quelle persone, luoghi, situazioni, che mettono in discussione il nostro equilibrio e accogliere qualcosa di nuovo, avere il coraggio di cambiare.

E quindi cosa altro dire?

Grazie 2017 e che il 2018 possa essere un altro anno pieno di ricchi insegnamenti.

Marco Magliozzi

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