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Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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Agofobia: la paura degli aghi. Cause, sintomi e terapia

Febbraio 16, 2024 By Marco Magliozzi

Analizziamo insieme l’agofobia, ovvero la paura degli aghi, scoprendone le cause, i sintomi e la terapia consigliata per superarla

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Con il termine agofobia ci riferiamo a un insieme di fobie le quali hanno come minimo comune denominatore la presenza di un ago, o comunque di un oggetto appuntito.

Sperimentare ansia e un accenno di paura prima di ricevere una puntura venosa è del tutto normale, in quanto la nostra mente percepisce naturalmente come pericolosa qualsiasi “invasione” esterna.

Il problema nasce quando la nostra razionalità non è sufficiente a calmare l’agitazione che, al contrario, cresce a dismisura provocando ansia, attacchi di panico, episodi di fuga, pensieri negativi catastrofici.

Tipologie di agofobia

L’agofobia, come detto, racchiude alcuni sottotipi di fobie. Vediamoli insieme:

  • Aicofobia: paura degli oggetti appuntiti o taglienti;
  • Enetofobia: paura degli spilli;
  • Tripanofobia: paura delle iniezioni;
  • Algofobia: paura intensa del dolore;
  • Fobia vicaria dell’ago: la paura nasce dall’osservare altre persone che ricevono un’iniezione.

Questi sottotipi possono manifestarsi singolarmente o combinati.

Sintomi principali dell’agofobia

Vediamo insieme i principali sintomi dell’agofobia:

  • Estrema paura anticipatoria: il soggetto sperimenta una paura incontrollata, al solo pensiero di dover ricevere un’iniezione, ad esempio per un trattamento farmacologico o per un vaccino;
  • Sintomi psicologici e/o comportamentali: attacchi di panico, ansia, episodi di fuga al momento dell’iniezione o alla presenza dell’oggetto appuntito;
  • Evitamento: il soggetto cerca di evitare in tutti i modi di ricevere l’iniezione, accampando scuse, dandosi per malato o per troppo impegnato.

Cause principali dell’agofobia

  • Cause familiari: secondo Cook (2016), il 50% dei soggetti agofobici sviluppa questa fobia come conseguenza di un’influenza familiare, magari perché a contatto con altre persone agofobiche o che in qualche modo abbiano trasmesso la convinzione della pericolosità degli aghi o di oggetti taglienti;
  • Cause genetiche: secondo una ricerca condotta da Hamilton (1995), quattro milioni di anni fa la maggior parte delle ferite erano determinate da oggetti appuntiti e ciò avrebbe ha contribuito allo sviluppo di un gene che è stato incorporato all’interno del nostro DNA e che, ancora oggi, in alcune persone si attiverebbe provocando la risposta fobica;
  • Cause traumatiche: come molto spesso accade per numerose fobie, la causa principale potrebbe essere la presenza nella vita della persona di un evento fortemente traumatico, che abbia come protagonista la presenza di un ago, di un’iniezione, di uno spillo o di un oggetto tagliente. Immaginiamo un’iniezione subìta in età infantile, vissuta come altamente negativa e mai elaborata.

Paure collegate all’agofobia

All’agofobia sono collegate altre due patologie, che spesso sono in correlazione:

  • Iperalgesia: il soggetto sperimenta una forte sensibilità al dolore, indipendentemente dal tipo di causa; in questo caso non è l’ago ad essere la fonte del problema, ma il conseguente dolore che ne deriva;
  • Paura resistiva: il soggetto teme di essere controllato o trattenuto contro la sua volontà; durante il momento dell’iniezione, la persona potrebbe quindi aver paura di essere controllata o trattenuta con la forza dagli operatori sanitari.
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Agofobia e terapia

La terapia consigliata per la cura dell’agofobia è quella psicoterapeutica.

Grazie al supporto del professionista, il paziente impara nel tempo a desensibilizzare nella propria mente la paura dell’ago o dell’oggetto appuntito.

Viene svolto un importante lavoro nella gestione dei pensieri negativi associati alla fobia e nella gestione della paura anticipatoria.

Inoltre, la persona viene accompagnata dallo psicoterapeuta in un percorso di introspezione, al fine di scoprire la presenza di eventuali traumi ed, eventualmente, rielaborarli.

Ipnosi clinica ed EMDR sono ad esempio tecniche efficacissime per la risoluzione di queste problematiche.

Infine, se necessario e soprattutto nei casi in cui l’agofobia sia estremamente invalidante per la vita del soggetto, è possibile richiedere il supporto di uno psichiatra così da affiancare anche una terapia farmacologica.

Se soffri di agofobia, o conosci qualcuno che ne soffre, puoi contattarmi.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Nell’ottica di una sana ed etica diffusione della cultura, si invita a citare la fonte e l’autore di questo articolo nel caso si desideri condividere – in tutto o in parte – il contenuto.

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