Scopriamo insieme un altro importante disturbo dell’alimentazione, ovvero il Disturbo dell’Alimentazione Incontrollata
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Il Disturbo dell’alimentazione incontrollata, conosciuto anche con l’acronimo di BED (Binge Eating Disorder) è uno dei principali disturbi alimentari, che porta le persone che ne soffrono ad abbuffarsi regolarmente di cibo (nelle cosiddette abbuffate), perdendo il controllo razionale durante l’atto e, a differenza della bulimia nervosa, senza mettere in pratica condotte compensatorie quali vomito autoindotto o utilizzo di lassativi.
Per diagnosticarlo è necessario che le abbuffate si verifichino con cadenza settimanale (almeno una a settimana) per un periodo minimo di tre mesi.
Chi soffre del Disturbo dell’alimentazione incontrollata?
A soffrire di questo disturbo sono principalmente le donne, ma non sono rari pazienti di sesso maschile.
L’insorgenza è nulla prima età adulta, ma può riguardare anche altri intervalli di età.
Il BED è il disturbo alimentare più frequente e, secondo i dati dell’OMS raccolti nel 2017, esso cresce in modo proporzionale alla gravità dell’obesità. Infatti, circa il 20% delle persone obese soffre di questo disturbo.
I sintomi principali del Disturbo dell’alimentazione incontrollata
Il sintomo più comune ed evidente riguarda le abbuffate ricorrenti, che avvengono in maniera incontrollata. Queste abbuffate, inoltre, vengono accompagnate da alcuni specifici comportamenti:
- mangiare più velocemente del normale;
- mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni;
- mangiare grosse quantità di cibo anche senza essere affamati (fame nervosa);
- mangiare da soli, o di nascosto, a causa dell’imbarazzo che si prova per la quantità di cibo che si mangia;
- provare sentimenti di colpa, vergogna o disgusto dopo essersi abbuffati.
Cause del Disturbo dell’alimentazione incontrollata
Ad oggi, purtroppo, non sono completamente note le cause di questo disturbo ma, così come gli altri disturbi dell’alimentazione, conosciamo bene quali possano essere i fattori di rischio principali:
- bassa autostima e mancanza di fiducia;
- presenza di stati depressivi o ansiosi;
- persona particolarmente sensibile allo stress, rabbia, noia o solitudine;
- insoddisfazione verso il proprio corpo;
- presenza di importanti traumi nel passato;
- presenza, in famiglia, di disturbi dell’alimentazione che possano far pensare a una predisposizione genetica.
Conseguenze del Disturbo dell’alimentazione incontrollata
Questo disturbo comporta una serie di conseguenze negative, sia nel corpo sia nella mente di chi ne soffre:
- abbassamento dell’autostima;
- abbassamento dell’umore;
- immagine fortemente negativa del proprio corpo;
- isolamento sociale;
- peggioramento dei rapporti interpersonali.
Inoltre, il paziente corre il rischio di sviluppare nel tempo anche le complicanze dell’obesità, tra le quali ricordiamo:
- malattie cardiovascolari;
- diabete;
- apnee del sonno;
- neoplasie maligne.
La terapia per il Disturbo dell’alimentazione incontrollata
Come in tutti i disturbi alimentari, anche per il Disturbo dell’alimentazione incontrollata è necessario seguire un percorso multidisciplinare, che preveda dunque la presenza di più figure professionali:
- Psicoterapeuta;
- Medico;
- Psichiatra;
- Nutrizionista.
Nello specifico, la psicoterapia è molto utile in quanto aiuta la persona a lavorare su di sé ed elaborare i disagi profondi e i traumi sottostanti il disturbo. Vi è inoltre un supporto comportamentale per la gestione del cibo, il paziente impara a controllare la fame nervosa e a sostituirla nel tempo con quella naturale (fisiologica). E’ inoltre importante svolgere un lavoro di terapia familiare per comprendere se sussistano, in famiglia, delle dinamiche che alimentano tale disturbo.
Se senti di star soffrendo di un disturbo alimentare, o conosci qualcuno che ne soffre, puoi contattarmi.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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