Secondo una recente ricerca, urlare contro i bambini potrebbe provocare danni al loro sviluppo psico-emotivo. Vediamola insieme.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Oltre alla violenza fisica, caratterizzata da maltrattamenti, schiaffi, pugni, calci, spintoni, abbiamo un altro genere di violenza, invisibile: quella psicologica.
Le urla contro i bambini rientrano a pieno titolo in questa categoria.
Purtroppo, molti genitori o insegnanti usano le urla, le denigrazioni e le minacce verbali come forma educativa, inconsapevoli (forse) come tutto ciò altro non fa che causare danni psico-emotivi ai loro figli o alunni.
La ricerca
Secondo una recente ricerca pubblicata sulla rivista Child Abuse & Neglect e condotta dalla prof.ssa Shanta R. Dube, esperta americana nel campo degli abusi sui minori, su un campione di 1.000 ragazzi, di un’età compresa tra gli 11 e 17 anni, ben il 41% ha sperimentato violenza psicologica, ovvero urla, minacce verbali, parole offensive e denigranti, da parte di adulti (genitori, tutori, insegnanti). Inoltre, il 50% ha affermato che tutto ciò avveniva almeno una volta alla settimana, mentre il 10% lo subiva giornalmente.
Le conseguenze sulla psiche delle urla
Secondo il prof. Peter Fonagy, coautore dello studio e docente di psicologia e scienze del linguaggio presso l’University College di Londra, urla e denigrazioni avrebbero un impatto psicologico enorme sui bambini e sul loro futuro sviluppo e sono equiparabili a maltrattamenti fisici o sessuali in quanto a gravità.
Le conseguenze future potrebbero essere infatti: disagio psicologico, disagio relazionale, difficoltà emotive, maggiore sensibilità all’insorgenza di disturbi mentali, maggiore possibilità di ricreare situazioni di abuso (come vittima o come carnefici), rischio di sviluppare dipendenze (es. da sostanze).
Non solo: il pericolo, aggiungo, è quello di creare futuri adulti che potrebbe reiterare questo comportamento, ovvero diventare coloro che urlano, oppure, al contrario, vivere un trauma così forte da renderli ipersensibili, incapaci quindi di gestire un capo, un collega di lavoro, un partner che alza la voce.
Riflessioni
Purtroppo, l’abitudine di alzare la voce contro i bambini è presente in moltissime famiglie e in molte scuole.
Nella maggior parte dei casi, il comportamento degli adulti è frutto di educazione a loro volta ricevuta dalla famiglia d’origine oppure da intensi periodi di stress e stanchezza.
In ogni caso, pochi conoscono le conseguenze che tutto ciò potrebbe avere sul benessere dei bambini.
Il mio invito, dunque, è rivolto ai genitori e a tutti coloro che si occupano di minori, come insegnanti e altre figure professionali: può capitare di alzare la voce, siamo esseri umani, ma facciamo in modo da rendere questi episodi soltanto occasionali e non di certo abitudinari. Inoltre, evitiamo il più possibile denigrazioni e l’uso di minacce per fini educativi. Il dialogo empatico è fondamentale per aiutarli a crescere in maniera sana.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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