La depressione sorridente è una particolare forma depressiva che porta, chi ne soffre, a mascherare il proprio dolore attraverso il sorriso e felicità forzata.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
La depressione rappresenta una delle patologie psicologiche e psichiatriche più diffuse a livello mondiale. In Italia, i dati più recenti del 2024 evidenziano una situazione molto buia: il Paese registra attualmente oltre 3,5 milioni di persone con una diagnosi di disturbo depressivo, con una prevalenza del 5,4% sulla popolazione di 15 anni e più.
I principali sintomi di questo disturbo comprendono umore depresso caratterizzato da tristezza persistente, disperazione e senso di vuoto, accompagnati dalla perdita di interesse o piacere nelle attività quotidiane che un tempo risultavano appaganti. Altri sintomi comuni includono affaticamento cronico, mancanza di energia, alterazioni significative del sonno e dell’appetito, difficoltà di concentrazione e compromissione dell’autostima. Nei casi più gravi, possono manifestarsi pensieri ricorrenti di morte o ideazione suicidaria.
L’immaginario collettivo tende generalmente a rappresentare la persona depressa come qualcuno costantemente triste, abbattuto e socialmente isolato. Tuttavia, esiste una particolare manifestazione di questo disturbo denominata smiling depression o depressione sorridente. Ma di cosa parliamo?
La depressione sorridente
Nonostante il profondo malessere interiore e la presenza dei sintomi precedentemente descritti, chi soffre di depressione sorridente tende a mascherare il proprio dolore mostrandosi come una persona solare e sorridente, apparendo felice, energica e socialmente attiva agli occhi degli altri. Questa capacità di mantenere una “maschera sociale” convincente prova a nascondere completamente la sofferenza interiore, rendendo il disturbo particolarmente subdolo e difficile da identificare.
Le cause di questa particolare manifestazione del disturbo possono essere ricercate in:
- una paura inconscia di non ricevere supporto e comprensione o di essere rifiutati dagli altri e/o dalla comunità: chi ne soffre può nutrire il timore di essere considerato debole o vulnerabile se mostrasse all’esterno le proprie difficoltà, oppure può presentare forti sensi di colpa per il fatto di soffrire o far preoccupare i propri cari;
- mancanza di una piena consapevolezza della propria condizione: questa negazione costante può portare la persona a credere che, finché sorride o mantiene un atteggiamento positivo, non stia realmente vivendo la depressione;
- pensare di poter gestire autonomamente il problema, sottovalutandolo: l’idea di poter avere bisogno di uno psicoterapeuta o di uno psichiatra può apparire esagerata, portando a sentirsi “pazzi” e quindi a evitare qualsiasi forma di aiuto professionale.
Secondo le ricerche più recenti, si stima che questa forma atipica di depressione colpisca tra il 15% e il 40% dei soggetti depressi. Tra gli esempi più emblematici di personaggi famosi che hanno lottato contro questa condizione si annoverano l’attore Robin Williams, noto per la sua energia comica che nascondeva una profonda sofferenza, Jim Carrey, che ha utilizzato antidepressivi per anni mantenendo la sua immagine pubblica di comico, e Chester Bennington dei Linkin Park, che è apparso sorridente e giocoso con la famiglia fino a 36 ore prima del suicidio, dimostrando drammaticamente quanto questa forma di depressione possa restare completamente invisibile anche alle persone più vicine.
Il parere dello psicologo
La depressione sorridente rappresenta una presentazione atipica ma clinicamente significativa del disturbo depressivo maggiore: la capacità di mantenere una facciata sociale di efficienza e positività non riduce in alcun modo la gravità dei sintomi sottostanti, anzi ne ritarda significativamente il riconoscimento e l’accesso alle cure appropriate. Il rischio principale consiste nella cronicizzazione del disturbo, che rende successivamente molto più complesso e prolungato il processo di guarigione.
Riconoscere questa forma di depressione non è affatto semplice e richiede massima attenzione verso tutti quei segnali apparentemente innocui o facilmente giustificabili con frasi minimizzanti del tipo “sono solo stanco” ,”ho semplicemente sonno” ,”è stata una giornata molto piena”: perdita di interesse, affaticabilità, ritiro emotivo, rimuginio, alterazioni di sonno/appetito, autovalutazione severa, peggioramenti serali.
Se riconosci di soffrire di depressione sorridente, rivolgiti immediatamente a un professionista qualificato. No, non sei “pazzo”: sei coraggioso e responsabile nel voler prenderti cura della tua salute mentale. Psicoterapeuti e psichiatri possiedono strumenti diagnostici specifici e strategie terapeutiche che possono offrire un aiuto concreto ed efficace.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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