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Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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Cosa vuol dire intersex, transgender e iper-androgenismo? Facciamo chiarezza

Agosto 2, 2024 By Marco Magliozzi

Dopo il bollente caso dell’atleta di boxe Imane Khelif, definita da molte persone erroneamente come un uomo o come un trans, è giusto che venga fatta chiarezza sulla terminologia usata in sessuologia.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Molto spesso, quando parliamo di sessuologia e di sessualità, si fa fatica a utilizzare termini consoni e si affibbiano appellativi sbagliati a categorie di persone che nulla hanno a che vedere con quelle determinate caratteristiche.

In un mondo sempre più liquido che si sta man mano distanziando dal rigido dualismo maschio-femmina, è quindi importantissimo fare chiarezza sulla terminologia corretta da usare.

Il caso dell’atleta algerina Imane Khelif

Proprio nella giornata di ieri (1 agosto 2024), l’atleta di boxe algerina Imane Khalif ha sfidato l’atleta italiana Angela Carini, scatenando numerosissime polemiche.

Il motivo? Secondo tante persone, la pugile algerina non avrebbe dovuto disputare l’incontro a causa delle sue caratteristiche fisiche non idonee a gareggiare nelle competizioni femminili ed è stata oltretutto additata di essere un uomo o un trans.

Nel 2023, l’atleta era stata sottoposta a dei test medici che avevano portato alla luce l’iper-androgenismo, ovvero una produzione anomala di ormoni maschili (androgeni) tra cui c’è anche il testosterone, e venne così squalificata dai Campionati mondiali di pugilato dilettanti femminili 2023.

Queste sue caratteristiche, negli anni, le avrebbero permesso di sviluppare una massa muscolare e una potenza fisica più “maschile”, rendendola per molti inidonea a sfidare altre donne, in quanto avrebbe avuto un notevole vantaggio.

Ultimamente, invece, alle Olimpiadi di Parigi 2024 la commissione medica avrebbe dato parere positivo nell’ammetterla alle gare femminili, poiché i livelli di testosterone rientravano nei valori massimi consentiti.

Facciamo chiarezza sulla giusta terminologia da usare in sessuologia

Lungi da me entrare in diatribe sportive, regolamentari o moralistiche, in qualità di psicologo vorrei fare chiarezza sulla giusta terminologia da utilizzare.

L’argomento è molto complesso e non può e non deve essere ridotto a cosa un comune spettatore ritenga giusto o sbagliato, in base molto spesso a carenti conoscenze in ambito medico, psicologico e sessuologico.

Per questo basiamoci su ciò che affermano le fonti scientifiche.

Intersex o intersessuale

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), con il termine intersex, o intersessuale, ci riferiamo a tutte quelle persone che mostrano variazioni innate (ovvero presenti fin dalla nascita) nelle loro caratteristiche sessuali e che non rientrano così al 100% nella tipologia maschile o femminile.

Queste variazioni possono influenzare i cromosomi sessuali, i genitali, gli ormoni, l’apparato riproduttivo, l’aspetto fisico.

Si tratta di una condizione rara, che interesserebbe circa l’1% della popolazione e, specifichiamolo per sicurezza, non è una patologia.

Imane Khalif, la pugile algerina, rientrerebbe proprio nella categoria intersex: infatti, nell’atleta sono stati riscontrati cromosomi tipici maschili, che hanno portato anche a un iperproduzione di ormoni androgeni, come il testosterone (iper-androgenismo).

In ogni caso, Imane è sempre stata una donna, con organi genitali femminili, un fisico con caratteristiche femminili, un’identità di genere femminile. Giusto sottolinearlo, per chi, per ignoranza o superficialità, la accusa di essere uomo o trans.

Iper-androgenismo

Con il termine iper-androgenismo ci riferiamo, come accennato, a una condizione ormonale tipica di alcune persone intersex.

In tal caso, si assisterebbe a una iperproduzione di androgeni (ormoni maschili) nel sangue di una donna, che, nel tempo, può modificare la struttura fisica e muscolare.

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Transgender e transessuali

Con il termine transgender ci riferiamo a quelle persone che vivono un’incongruenza di genere, ovvero la cui identità di genere (il modo in cui si percepiscono, se uomini, donne o non binari) non corrisponde al loro sesso biologico, determinato alla nascita.

Essere transgender può anche influenzare la sfera sessuale: in tal caso, parliamo di transessuali, ovvero quando il comportamento sessuale è caratterizzato dalla non accettazione del proprio sesso e dall’uso di pratiche sessuali tipiche del sesso opposto.

Alcune persone transgender/transessuali possono decidere di iniziare un processo di transizione, ovvero assumere ormoni, sottoporsi a interventi medico-chirurgici e seguire un percorso psicologico, con l’obiettivo di riaffermare la propria identità, anche attraverso la modifica fisica degli organi sessuali e delle caratteristiche corporee.

Nel nostro caso, l’atleta Imane Khalif non rientra nelle categorie transgender/transessuali. La pugile algerina, come detto, è una donna, si sente donna, ha un fisico da donna e non ha intenzione di cambiarlo.

La riflessione dello psicologo

Queste Olimpiadi di Parigi 2024 stanno mettendo in luce moltissimi temi caldi e cari alla psicologia.

Proprio qualche giorno fa avevamo parlato della competizione tossica, ovvero il convincersi che sia impossibile gioire a meno che non si vinca, analizzando il caso della nuotatrice italiana Benedetta Pilato.

Oggi parliamo invece della difficoltà che tantissime persone vivono nell’accettare che al mondo esistano individui con caratteristiche non binarie, non associabili al tipico dualismo maschio-femmina.

Tutto ciò comporta spesso facili giudizi, critiche, insulti, prese in giro.

Ecco perché è fondamentale fare prevenzione, informare, informarsi, prima di parlare. Soprattutto i social, purtroppo, sono diventato un facile ricettacolo di fake news, false notizie, che diffondono odio e polemiche.

Non sono un giudice sportivo ma uno psicologo e quindi saranno altri a decidere se sia stato giusto o meno far accedere alla competizione l’atleta algerina.

Intanto, il mio obiettivo è quello di sensibilizzare e informare, nella speranza che sempre più le persone intersex, transgender o con altre caratteristiche non binarie, possano far serenamente parte di una società moderna e civile senza essere bollate come diverse e strane.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Nell’ottica di una sana ed etica diffusione della cultura, si invita a citare la fonte e l’autore di questo articolo nel caso si desideri condividere – in tutto o in parte – il contenuto.

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COMPETIZIONE TOSSICA: IL CASO DI BENEDETTA PILATO ALLE OLIMPIADI 2024

Immagine con licenza gratuita Pixabay

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